+ chiarezza per + libertà
> discernere > riuscita
8 min.
In questa pagina...

C'è qualcosa che si può fare per riuscire nella vita? Se sì, quale obiettivo scegliere?

Quali sono i modi migliori di procedere che offrono i maggiori benefici?

Suggerimento
Non dimenticate di meditare. Se leggete gli arti­coli di questo sito senza pra­ticare, è come se pian­taste dei semi senza annaf­fiarli.

La riuscita

Come riuscire nella vita?

Vogliamo tutti riuscire nella vita, ma cosa significa riuscire? Riuscire in cosa? Per cosa? E poi? Quante domande!

Riuscirete perlomeno a capire ciò che, secondo voi, vale veramente la pena di essere realizzato? Ne sono praticamente sicuro. Tuttavia non potendo rispondere al vostro posto, vi suggerirò qualche idea…

Immaginiamo di chiedere a persone di età e classi sociali diverse: Cosa significa per voi riuscire nella vita? Natural­mente, la maggior parte degli inter­vis­tati illustrerà una situazione che corris­ponde ai loro desideri del momento. La maggior parte delle risposte, senza dubbio, descri­verà situa­zioni impro­babili, se non addirit­tura inacces­sibili. Ciò a cui tende­ranno a mirare non corris­pon­derà alla loro realtà. La mente è solita confon­dere con molta facilità “ciò in cui vale la pena riuscire” con “ciò in cui io vorrei riuscire”.

Quando vedete qualcuno che ai vostri occhi ha riscosso un certo tipo di successo, ponetevi delle domande. Potrebbe trattarsi di una persona che guadagna molto, che ha padronanza delle conoscenze, che è dotato di una grande abilità, che ha conse­guito titoli “importanti”, che è molto rispet­tato nella propria materia, ecc. Tuttavia, chiedetevi:

  • Conosce la soddisfazione?
  • È poi davvero così felice?
  • Riesce ancora a passare del tempo con i suoi figli?
  • È almeno in grado di godersi ciò che ha realizzato?
  • O corre costantemente dietro ad altri obiettivi?

Possiamo anche chiederci se il suo successo sia esclusi­va­mente una questione di egoismo o se, al contrario, includa il benessere degli altri. Nel caso del mondo degli affari, mante­nendo una visione ampia, consta­teremo che “riuscire nella finanza” implica che molti altri falliscono.

A proposito di generosità

Tenere il minimo indispensabile per sé è l'ideale della generosità, perché lasciamo tutto il resto agli altri.

Chi possiede 2 milioni e ne dona la metà ai poveri non è poi così generoso, visto e considerato che tiene ancora 1 milione per sé.

La domanda che quindi sorge spontanea è la seguente: vale la pena riuscire nell'egoismo?

Capire cosa veramente significhi riuscire è fonda­mentale, soprattutto quando ciò implica la domanda: Cosa fare della propria vita?

riuscire
Raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissati.

La domanda da porsi potrebbe allora essere: “Quale obiettivo dovrei avere?”, ma prima di tutto: “Dovrei avere un obiettivo?”

Quale obiettivo scegliere?

Dialogo con un monaco

  • Quale obiettivo hai nella vita?
  • Domanda sbagliata.
  • Qual è la domanda giusta?
  • Potrebbe essere: cosa stai sviluppando di benefico ogni giorno?
Detto orientale
L'obiettivo del cammino,
è il cammino stesso.

Se rinunciate a prefissarvi qualsiasi tipo di obiettivo, preoccupandovi unicamente del momento presente, potete comunque essere certi(e) di riuscire in parecchie cose positive:

  • Calma
  • Distacco
  • Benessere
  • Lucidità
  • Fine dei pensieri inutili, faticosi, stressanti…

Non siete capaci di vivere senza un obiettivo? Voglio immediata­mente rassi­curarvi: non solo potrete portare avanti un progetto pur rimanendo nel momento presente, ma sarà di gran lunga l'opzione migliore per raggiungerlo!

Quando un obiettivo apparen­temente vantag­gioso si profila all'orizzonte, anche se è del tutto inutile pensarci di continuo, ovvia­mente è difficile riuscire a non pensarci mai. Tuttavia potremmo cercare di ridurre al minimo i pensieri legati al raggiun­gimento del risultato, e privile­giare invece quelli legati alla realtà. Altri­menti finiremo solo per perdere tempo o, peggio ancora, per molti­pli­care desideri, attacca­menti e illusioni. Proce­diamo come una macchina…

Metafora della concentrazione sulla strada

Alla rotonda, prendiamo la direzione giusta. Poi però rimaniamo concen­trati sulla strada. Ci stiamo quindi dirigendo verso la desti­na­zione nelle giuste condi­zioni. Se ci mettiamo a lato della strada per riflet­tere su questa desti­na­zione, smet­tiamo di andare avanti.

Vi piacciono le metafore? Eccone un'altra: se vogliamo costruire una casa, ma passiamo tutto il nostro tempo a pensare a come sarà il risultato, sarà difficile che la costru­zione pro­gre­disca. Sicura­mente avremo più probabi­lità di successo posando i mattoni uno per uno e avendo sempre come obiettivo il mattone successivo.

Sebbene non sia sempre facile metterla in pratica, è comunque facile capire che la vigilanza nel momento presente è il principale fattore di successo.

Vedere anche:
Il momento presente

Prima di elaborare piani per soddisfare le nostre esigenze (al di là di quelle di base), forse dovremmo considerare la possibilità di ridurre il nostro desiderio di soddis­fazione. Molti - per non dire “quasi tutti” – credono che sia una cosa meravi­gliosa riuscire ad ottenere rego­lar­mente ciò di cui non si può (o non si vuole) fare a meno. Questo tipo di realiz­za­zione è però insigni­ficante rispetto al fatto di poter fare a meno di tutto, di essere in armonia con l'auste­rità, la povertà, il nulla, le cose così come sono.

Kassinu il detrattore

Parla per te! Quando si ha una famiglia da sfamare, a cui dare un tetto, dei bambini da educare, se ci si mette a fare l'asceta che rinuncia a tutto, che cosa succede? Tutta la famiglia si ritrova per strada! La chia­me­resti una buona riuscita?

Non ho detto che tutti dovrebbero rinunciare a tutto. Ho solo illustrato modi diversi di pro­cedere e i relativi risultati, facendo luce sulla “riuscita ideale”. Quando siamo responsabili del benessere materiale, affettivo ed educativo di una famiglia, è ovvio che dobbiamo adottare un minimo di progetti adeguati.

Tuttavia, ad eccezione della rinuncia totale, queste pratiche sono compatibili con una vita attiva e familiare. Anzi, in questo ambito, sono addirittura molto vantaggiose. Quali pratiche? Quelle che riguardano il momento presente, il ridurre gli attaccamenti e il perseguire obiettivi più semplici, più sani, più in sintonia con la realtà quotidiana.

Chiavi per una buona riuscita

Come abbiamo visto in precedenza, l'ideale è fare come fanno i grandi saggi: non avere un obiettivo e coltivare la contentezza, prendendo solo ciò che la vita ci dà.

Se, invece, la necessità di avere un obiettivo è troppo forte, è bene, almeno, sapere cosa vogliamo veramente e cosa possiamo realmente fare.

Metafora dei pesi

Se praticate il bodybuilding e non siete ancora in grado di sollevare pesi oltre i 20 kg, è probabile che il vostro obiettivo sarà quello di riuscire a sollevare pesi di 25 kg.

Di certo non proverete direttamente a sollevare 100 kg! Perché sapete bene che c'è il rischio che la frustrazione possa essere di gran lunga più pesante del più pesante dei pesi.

Qualunque cosa vogliate o qualunque cosa possiate, o anche se non sapete ancora quello che volete o quello che è nelle vostre possibilità, ciò che è chiaro è che sperate in una qualità di vita quanto più buona possibile, giusto?

Kassinu il detrattore

Pensi che i tuoi lettori siano dei ragazzini? Pensi davvero che non possiamo pensare a queste cose da soli?

Ci sono alcune cose molto semplici, ma essenziali, che non fa mai male sentire più e più volte. Spesso dimentichiamo che le cose più importanti sono spesso le più semplici.

Quando conversiamo con un bambino, non è solo per lui che è importante ascoltarlo atten­ta­mente; il vantaggio è anche per se stessi. Impa­riamo da lui tanto quanto lui impara da noi.

Esperienza personale

Da giovane, convinto di capire tutto meglio degli altri, non ascoltavo mai nessuno. Quando ho iniziato a scoprire l'umiltà, ho imparato molte cose utili. Qualunque fosse l'argomento, ho cominciato ad ascoltare tutti, anche i più inesperti.

Da allora, so che chi credo sappia meno di me sa cose che io non so o, per lo meno, che può fornirmi nuove informazioni o mostrarmi un know-how che può miglio­rare il mio.

Tornando alle nostre pecore, devo ancora aggiungere che la qualità della propria vita non è commisurata a quella del proprio lavoro, ma a quella della propria mente. Per convincersene basterebbe poter sondare il benessere di persone differenti che esercitano lo stesso lavoro.

Pur ribadendo ciò di cui sopra, credo che sia bene tenere presente che il modo migliore per migliorare la qualità della propria vita non consista nell'acquisire nuove cose, ma nel cambiare la propria visione. C'è già tanto da fare con quello che c'è già. Perché sprecare tempo ed energie a cercare altrove? Non c'è bisogno di andare molto lontano; abbiamo sempre una grande ricchezza a portata di mano. Tutto quello che dobbiamo fare è aprire gli occhi e prenderci del tempo per osservare e scoprire cosa abbiamo davanti.

Eckhart Tolle ha detto:
  La vita vi offre esattamente l'esperienza di cui avete più bisogno per evolvere la vostra coscienza.

Indipendentemente da ciò in cui sperate di riuscire, ricordatevi che il piacere non è mai gratuito. Se per caso ancora non lo sapeste, prendete nota: il piacere è solo una sensazione che viene percepita come piacevole, fisica (come un gusto o un odore) o mentale. Voler rivivere questa sensazione è un desiderio. Il desiderio porta sempre più infelicità che felicità.

Una mente sufficientemente chiara e distaccata sa perfetta­mente che un desiderio che non può essere soddisfatto all'istante diventa imme­dia­ta­mente frustrazione. Per sfuggire dalla pri­gionia degli attaccamenti è sufficiente, quindi, ogni volta che un desiderio si profila all'­orizzonte, ignorarlo. O, meglio ancora, vederlo per quello che è e metterlo da parte. Non è poi così tanto complicato da capire con­cet­tual­mente, ma anche in questo caso mettere in pratica è molto meno facile. In ogni caso, perlomeno è facile ridurli. Eppure gli esseri umani passano tutto il loro tempo a nutrirsi di desideri di ogni genere. Amano torturarsi. Si può quasi parlare di masochismo!

Allo stesso modo, se vi preoccupate costan­te­mente di ciò che dovreste essere, non racco­glierete altro che miseria. Se invece siete interessati a quello che siete (sì, anche con i vostri peggiori difetti!), i benefici saranno incom­para­bil­mente superiori. Potreste anche scoprire che voi non siete. Se quest'idea può sembrare un po' spaventosa a prima vista, sappiate che in realtà è il più grande dei sollievi. Nonché, la più grande delle riuscite. Ma lasciate che ognuno vada al proprio ritmo…

Come avrete ben capito, per riuscire a scegliere il proprio cammino (e non il proprio obiettivo), è innegabile che la mente debba essere chiara e distaccata. Per avere un minimo di chiarezza e di distacco, bisogna riuscire a liberarsi almeno un po' dalla morsa dei nostri numerosi condi­zio­namenti nei quali siamo radicati dalla nascita. Se, invece, scegliamo di seguire ciecamente i nostri condizionamenti, dovremmo aspettarci di raggiungere… una vita di miseria interiore.

Perché? Perché oltre ad essere nutrite dall'igno­ranza popolare, queste abitudini men­tali sono costruite su tutte le tendenze impure: il desi­derio, la distrazione, la costruzione e il man­te­nimento di un’immagine di sé, la sete di ambizione…

Uno dei maggiori ostacoli alla purezza mentale è l'egoismo. Il modo più efficace per ridurre l'interesse per se stessi è interessarsi agli altri, aiutare gli altri, dedicare il proprio tempo agli altri.

Jiddu Krishnamurti ha detto:

Fintanto che sceglieremo il successo come obiettivo, non saremo liberi dalla paura, perché il desiderio di riuscire inevi­ta­bil­mente genera il timore di fallire.

Tutti vorremmo essere tra i primi, ma questo desiderio non fa altro che generare conflitti sia in noi stessi che tra noi e chi ci sta attorno. Conduce alla competizione, all'invidia, all'animosità e infine alla guerra.

Tutta la nostra educazione consiste ed è consistita nel coltivare il cervello, perché coltivare una tecnica, acquisire conoscenze, è fonte di profitto. Ma la capacità di vedere il tutto, la totalità dell'esistenza, una tale per­ce­zione, non è fonte di alcun profitto, ed è per questo che non la consi­deriamo. Per noi, la funzione è molto più impor­tante della com­prensione. (…)

Quanto rispettiamo lo scienziato e guardiamo dall'alto in basso la cuoca! Quanto stimiamo il primo ministro, il generale e disdegniamo il soldato!

Tutti desideriamo il potere. (…) Ma il potere è un male (…) perché costringe gli altri a conformarsi, ad adattarsi; e in questo processo non vi è libertà. (…)

E quando si ricerca il potere, non si può imparare. Solo una mente giovane, fresca, innocente, può imparare e dilettarsi, ma non una mente, un cervello, appesantito dalla conoscenza, dall'esperienza.

Qualunque sia il vostro obiettivo, vi auguro buona riuscita. Ricordatevi però che il grande vantaggio di avere il momento presente come unico progetto è quello di raggiungere il vostro obiettivo immediatamente.