Il momento presente
Che cos'è il presente?
Formiche, un esempio da seguire
In compagnia di numerose consorelle, una formica partecipa alla costruzione di una galleria lungo un vecchio tronco d'albero.
Dopo un tempo considerevole, il lavoro è quasi completato. Purtroppo, un ramo cade sul tronco, distruggendo tutto. Come reagirà la formica? Sospirerà, diventerà rossa dalla rabbia, tremerà per la collera, spaccherà tutto intorno a sé, prenderà a calci il tronco e le verrà una crisi isterica?
Come ben sapete, non appena vedrà il suo lavoro andato distrutto, riprenderà il suo lavoro dall'inizio, come se niente fosse. Perché tutto ciò? Perché vive solo nel momento presente, ma non per saggezza, ma perché non ha la capacità di fare diversamente. Sa qual è il suo dovere, quindi lo compie, senza riflessioni, né pensieri.
Gli esseri umani si lamentano degli imprevisti come se fossero qualcosa a cui non hanno mai assistito, anche se questi si presentano in continuazione. Ognuno li sperimenta a partire dalla propria nascita.
Riuscite ad immaginare una vita in cui non ci si deve preoccupare né del previsto, né dell'imprevisto?
Ossia da un lato, senza pianificare nulla, di godere appieno di ciò che ci è dato nel momento e dall'altro di accettare ogni imprevisto senza esserne toccati. Qualunque cosa facciamo, non ci preoccupiamo di come andrà a finire e neppure del dopo. Rimaniamo sempre tranquilli e concentrati. Ad ogni imprevisto ci adattiamo, senza irritazione, senza delusione, senza agitazione. Al contrario, distinguiamo solo i vantaggi che ci offre la nuova situazione.
Va notato, per inciso, che qualsiasi cosa pianifichiamo, le cose di solito finiscono per andare in un modo diverso. Tra l'altro, quando un imprevisto ci impedisce di ottenere ciò che ci aspettavamo e cominciamo a sbraitare e a dare calci alle porte, a che cosa serve? Forse è un modo per risolvere rapidamente il problema?
Realtà e pensieri
La nostra piccola formica rimane nel presente, ma non può osservare le sue percezioni, non può essere consapevole della sua coscienza. Non può quindi sviluppare saggezza o virtù. Se i suoi geni le dicono che è necessario uccidere, obbedisce freddamente.
In un certo senso, possiamo affermare che il presente non è, né più né meno, che la realtà! Tutto ciò che può accadere non appare mai se non nel presente, anche il più piccolo dei pensieri. Infatti, anche se un pensiero riguarda il passato o il futuro, esso appare nel momento presente.
Perché è così? Perché al di fuori del momento presente non esiste nulla. È così semplice. Quindi, finché è possibile, tanto vale restare in ciò che esiste, giusto? Eppure l'essere umano è così offuscato che vive quasi solo in ciò che non esiste: il passato e il futuro.
Il passato e il futuro
Sta tutto nel pensiero
Ho visto un senzatetto che diceva:- Il mio futuro, è passato!
No, non stava filosofando. In un momento di sconforto, era il suo modo per dire che non aveva più speranza per il suo futuro. Questo tipo di frase mostra come il passato non differisca dal futuro, nel senso che entrambi esistono solo nei nostri pensieri.
Il futuro è passato in preparazione.
Senza pensieri, quindi, non c'è né passato, né futuro. Secondo studi scientifici, i monaci buddisti sperimentano molta più felicità rispetto al resto della popolazione. Tuttavia, hanno meno comfort rispetto alla media. Hanno anche meno distrazioni e sono casti, per di più. Credete che sia perché hanno meno desideri e quindi meno frustrazioni, per non riuscire ad ottenere ciò che vogliono? Giustissimo! E se hanno molti meno desideri, hanno anche molti meno pensieri. Sì, i pensieri sono il carburante dell'avidità, ma anche dell'avversione e dell'illusione.
Il veicolo della sofferenza
Così, più di ogni altra cosa, è il pensiero che veicola la sofferenza. Senza pensieri, non c'è insoddisfazione, solo dolore fisico. Che, nella maggior parte dei casi, è di poco conto.
Penso, quindi soffro.
Il pensiero è ciò che ci conduce alla sofferenza, ma non solo alla sofferenza. Naturalmente si possono generare anche pensieri benefici, che ci possono portare alla benevolenza, alla generosità, alla virtù o alla diligenza.
Che cos'è il tempo?
Come ora sappiamo, il passato e il futuro non esistono. Di conseguenza, il tempo non esiste. È solo un concetto mentale, un mezzo per comprendere gli eventi in base al momento in cui si verificano.
Se il tempo non esiste, come si può avere la sensazione del tempo che passa?
La sensazione del tempo che passa
L'hai detto tu stesso, quello che provi è la sensazione del tempo che passa. La percezione della durata è solo una delle tante illusioni del cervello. Per creare questo, il tuo cervello tiene conto dei momenti di consapevolezza. Più questi momenti sono numerosi tra due eventi, più hai la sensazione di un lungo periodo di tempo che li separa.
Quindi non è il tempo che esiste, ma la sensazione del tempo che passa, così come quella della sua velocità. È del tutto evidente che il tempo, che già è una cosa che non esiste, sarebbe ancor meno una cosa che varia. O se così fosse, varierebbe per tutti allo stesso modo.
Il motivo è facile da capire. Durante le fasi di sonno profondo, non ci sono momenti di consapevolezza; è per questo che la notte sembra passare così rapidamente quando si dorme bene. Quando siamo bambini, sembra che tutto duri a lungo. Le giornate a scuola sono interminabili. E le vacanze estive durano un'eternità. I momenti di consapevolezza sono molto numerosi in un cervello giovane. Siccome ce ne sono tanti, è come se fosse passato più tempo. Al contrario, quando siamo vecchi, gli anni passano velocemente, perché i momenti di consapevolezza diventano molto meno numerosi.
Sicuramente, ciò che accentua ulteriormente questo fenomeno, è il fatto di pensare spesso alla durata (quando la situazione è penosa) o di pensarci a malapena (quando la situazione è piacevole).
Paradosso della vigilanza
E che ne è della meditazione? È un paradosso, poiché più rimaniamo consapevoli nel momento presente e più "il tempo passa veloce". E ciò è facilmente comprensibile, quando sappiamo che la sensazione del tempo che passa si crea nei momenti di coscienza ordinaria.
Quando la vigilanza prevale, significa che la mente è completamente impegnata nell'esperienza presente. Quindi non c'è spazio per la costruzione della sensazione temporale.
In questo modo potete stimare approssimativamente la qualità della vostra meditazione: la sensazione di durata dovrebbe corrispondere al tempo trascorso al di fuori della vigilanza.
Se una sessione di un'ora, di consapevolezza della vostra coscienza, sembra durare circa un'ora, è perché non c'è stata praticamente nessuna vigilanza.
Se vi è sembrata durare una mezz'ora, allora siete stati(e) vigilanti la metà del tempo.
Se vi è sembrata durare cinque minuti, potete dedurre che siete stati(e) molto vigili… o che vi siete fatti(e) una bella dormita durante la meditazione!
Naturalmente, queste indicazioni sono imprecise, perché ci sono altri fattori, come il grado di disagio, che possono accrescere la sensazione di durata.
In ogni caso, quando la mente è perfettamente immobile - nel momento presente, come sul suo oggetto - anche se rimane pienamente consapevole, entra in assorbimenti che possono durare ore, ma che possono sembrare solo una frazione di secondo.
Attenzione ai progetti
Proiettarsi nel futuro è investire la propria vita in ciò che non esiste. Se il futuro è vuoto come il passato, il presente ha tutto da offrirci.
Piuttosto che grandi progetti per il futuro, che danno un po' la sensazione di non esistere prima di essere realizzati, diamoci piuttosto una direzione, in cui ogni passo sarà una realizzazione del momento presente. Inoltre, ancor prima della loro realizzazione, i progetti sono perennemente rimpiazzati da nuovi progetti.
È esattamente come guidare e dire a se stessi che ci si fermerà proprio alla fine della strada. Si può vedere la fine solamente a poche centinaia di metri davanti a sé. Ma prima di arrivarci, vediamo un'altra parte della strada, spostando quindi un po' più lontano la "fine della strada", e così via… Siamo nella stessa trappola quando stiamo attraversando un "periodo difficile" ed esclamiamo:
- È solo un periodo temporaneo, non vedo l'ora che finisca!
Il problema è che questi periodi difficili (che spesso non lo sono poi così tanto) a volte si protraggono per tutta la vita. In questo caso, sarebbe come esclamare:
- Non vedo l'ora che la vita finisca!
Non dobbiamo sprecare la nostra esistenza a rincorrere i desideri e ad ingigantire le sensazioni legate alle nostre difficoltà ogni volta che un dettaglio imprevisto interferisce con uno dei nostri desideri. Abbiamo molto di più da guadagnare accettando al meglio ogni situazione, esaminando gli insegnamenti che possiamo trarne indagando su ciascuno dei nostri errori o debolezze. Procedendo così, non avremo bisogno di aspettare che sia troppo tardi per iniziare a vivere, dimoreremo nella realtà e, ciliegina sulla torta, le nostre difficoltà diventeranno meno ardue.
Teniamo presente che l'accettazione è la chiave per rimanere nel momento presente.
Guardare al proprio passato è rischiare di cadere nell'oblio.
Vigilanza nel momento presente
Nient'altro che il presente
Come probabilmente già sapete, la vigilanza nel momento presente è al tempo stesso la più utile e la più semplice delle cose da fare. Ma quanto tempo dedicate a essere vigili nel momento presente?
Siccome avrete certamente già letto molte cose su ciò che io chiamo la VIP (la Vigilanza nell'Istante/momento Presente), e che non mi sembra il caso di ripetere ciò che si trova già in abbondanza su Internet (su siti che già la spiegano molto bene), presenterò la cosa da un altro punto di vista, come è mia abitudine, con esempi concreti e metafore.
Ecco dunque alcuni spunti che potranno aiutarvi a migliorare la vostra comprensione della vigilanza nel momento presente, a praticarla più regolarmente e, di conseguenza, a raccoglierne i suoi numerosi frutti.
Qualunque cosa facciate - o non facciate -, cercate sempre di tenere a mente solo una cosa: quello che state facendo, quello che state provando. In questo modo, oltre ad aumentare velocemente la vostra saggezza, diventerete molto più efficienti in quello che state facendo. Non è magia, è matematica.
Invece di essere dispersa e sprecata, la vostra attenzione, completamente attivata, percepisce e penetra ogni dettaglio coinvolto nel momento. Senza questa vigilanza, la vostra mente è inutilmente ingombra. Diventa così preoccupata per gli impegni futuri (e per gli impegni passati che sono rimasti incompiuti) che non lascerà spazio per la realizzazione di grandi cose.
Siate come il diamante nel solco del disco. Non si preoccupa né dell'istante sonoro precedente, che risuona ancora nella stanza, né del successivo, che ancora non esiste, né della melodia, che è solo una costruzione mentale. Rimane sempre sul punto di contatto con il disco. Siate così, sempre sul momento presente del disco delle vostre percezioni.
Un presente senza desiderio
Rimanere nel momento presente ci mette nella condizione di rinunciare a tutto (almeno momentaneamente), perché gli attaccamenti, qualunque essi siano, riguardano solo il futuro e il passato.
Gli attaccamenti - che costituiscono la radice di tutte le nostre sofferenze - non appaiono mai quando si è vigili nel momento presente.
Ad esempio, guardando l'immagine di una pizza su uno schermo, quindi nient'altro che un insieme di pixel, è facile che il desiderio compaia (se vi piace la pizza). Questi puntini colorati vi evocano il ricordo di un cibo che, in passato, vi aveva dato una piacevole sensazione gustativa. Allora avvertite un desiderio, che è il voler riprodurre quel piacere.
Un desiderio può essere costruito solo sul passato. Il passato è l'insieme di momenti presenti che sono già stati sperimentati. Ogni pensiero che si possa avere su una cosa futura avrà come ingredienti esclusivamente elementi passati.
Il signor Valéry non avrebbe potuto dire di meglio affermando che il futuro era solo passato in preparazione. Il desiderio esiste solo nel passato. Il presente è dunque privo di desiderio, quindi è molto conveniente rimanere nel momento presente.
Ma quando si dà un morso ad una deliziosa pizza cotta nel forno a legna, si genera un desiderio che nasce nel momento presente, giusto?
No. Bisogna sapere che i momenti di coscienza sono estremamente brevi e ce ne sono molti in ogni secondo. Ma non è lo scopo di questo sito spiegare le complesse suddivisioni della coscienza, come Buddha le ha esposte.
Per dirla in parole povere, nel momento preciso in cui la coscienza gustativa viene percepita, la mente riconosce il gusto, ma non sa ancora se è piacevole, neutro o sgradevole. Subito dopo lo sa, ma non ha ancora avuto una reazione. Nel successivo momento di coscienza reagirà con avidità, neutralità o avversione. Il desiderio non può dunque svilupparsi in tempo reale, ma solo basarsi su percezioni precedenti, che quindi appartengono al passato.
Per lo stesso motivo, non c'è differenza tra un desiderio generato dal pensiero di un passato lontano e un desiderio generato da una percezione precedente.
I momenti di coscienza sono così veloci e così numerosi che fanno del desiderio un processo molto complesso. Dire che si sente il desiderio di una pizza è solo un modo di dire, perché in realtà i desideri sono molto numerosi. Ad ogni boccone, un mare di coscienze entra in gioco (a volte misto tra avidità e avversione, perché niente è mai al 100%, un po' come nello yin e nello yang). Il tutto è un raffinato mix di varie percezioni gustative, ma anche tattili (consistenza, temperatura), olfattive, ecc.
Se la Margherita o la Quattro fromaggi è stata di nostro gradimento, prenderemo in considerazione di congratularci con il pizzaiolo. Per il resto, non abbiamo fatto altro che annegare in un mare di desideri.
Quando la mente riesce a sfuggire al circolo vizioso del piacevole e dello sgradevole, conosce ciò che si chiama equanimità. Raggiunge allora un'autentica felicità, uno stato di beatitudine. Questo non ha nulla a che vedere con quello che chiamiamo piacere, che non è altro che un'emozione provocata e nutrita dal desiderio.
Quando rendiamo stabile la vigilanza nel momento presente, diminuiscono considerevolmente i nostri desideri e le nostre irritazioni, poiché la mente è sufficientemente vigile da non permettere che queste impurità si moltiplichino in totale libertà. Tuttavia, la mente non è ancora abbastanza veloce, è ancora troppo lontana dal momento presente. Le "colonie di impurità" non possono più moltiplicarsi, ma hanno ancora la possibilità di apparire.
Ecco perché possiamo ancora sentire piccoli desideri e malcontenti mentre pratichiamo la vigilanza nel momento presente. Rimanere sempre nel "cuore del presente" richiede un grande allenamento. All'inizio della pratica, è un affascinante mix di presente, commenti interiori e pensieri. Come per tutto, ci vuole tempo per approfondire.
Un'energia ben indirizzata
Allenandosi regolarmente a rimanere un'ora (o meno, secondo il proprio ritmo) nel presente, la mente si rende conto che sta molto meglio senza il peso degli attaccamenti. In questo modo, la si abitua a staccarsi in profondità, senza dover forzare nulla.
Essere completamente attenti al momento presente e a nient'altro, è mettere tutta la propria energia in un unico punto. Di conseguenza si dispone dell'energia migliore, si è lucidi, si vede tutto - in un modo che non avremmo mai potuto immaginare -, si sente ogni cosa con precisione, ogni gesto è giusto, e se si deve parlare, ogni parola è quella giusta.
Come una scheda di memoria interamente dedicata all'applicazione in esecuzione, performiamo al meglio.
Se, come al solito, rimaniamo sotto il dominio della mente (pensieri, giudizi, progetti, paure, rimorsi, desideri, noia…), siamo paragonabili a una scheda di memoria che lavora sodo, assegnando una piccola percentuale di memoria all'applicazione in esecuzione e quella restante a inutili applicazioni aperte in background, aprendo in anticipo altre applicazioni che potrebbero non essere utilizzate e mantenendo attive quelle che sono state chiuse.
La vigilanza nel momento presente è la base della meditazione. Una base perfetta per chi non ha mai meditato, ma anche una base che può portarvi molto lontano, o più esattamente, che vi porterà molto vicino. Vicino a cosa? Vicino al presente, vicino alla realtà, vicino alla saggezza, vicino alla Libertà.
Affinché la VIP sia efficace, è importante renderla stabile di continuo, come una lampadina accesa, almeno per il tempo che le dedicate.
Quando siete vigili nel momento presente, prendete atto solo di quel momento, non fate nessuna riflessione. Se lasciate che la vostra mente si intrometta, la vostra meditazione sarà istantaneamente rovinata. Per quanto riguarda le riflessioni, tenetele per dopo la sessione, saranno solo migliori. Se mangiate la frutta durante la raccolta, non raccoglierete più nulla. Aspettate di aver riempito il cestino per godervi la frutta.
Al di fuori della sessione
La VIP è certamente più facile quando si è immobili, con gli occhi chiusi. Tuttavia, l'ideale è allenarsi nelle varie situazioni. È bene metterla in pratica camminando, o in azione, ma evitando attività troppo complesse, che creerebbero un diversivo dannoso per una vigilanza continua.
Abituatevi a stabilirvi nel presente mentre mangiate. Non è salutare mangiare parlando, guardando uno schermo o anche riflettendo. La cosa migliore da fare quando si mangia è mangiare! Il paradosso è che apprezzerete molto di più il cibo, ma allo stesso tempo scoprirete come si formano gli attaccamenti al cibo e come ogni boccone, mescolandosi alla saliva, non tarderà a trasformarsi in una cosa molto meno piacevole. Mettendovi a tavola, non direte più "Buon appetito!", ma "Buon apprendimento!"
È molto interessante praticare la vigilanza nel momento presente stando seduti normalmente, come in un autobus o in una sala d'attesa, o addirittura in un posto caotico, come una stazione ferroviaria.
Si rimane immobili, si tengono gli occhi aperti, ma lo sguardo rimane fisso e leggermente rivolto verso il basso.
Oltre a meditare in incognito, scoprirete che è un modo gratificante di procedere nella pratica, per di più, anche facile come quando si è da soli, con gli occhi chiusi.
Percezioni fisiche o mentali?
A seconda delle sitazioni, osserverete talvolta delle sensazioni fisiche: contatto con il suolo, sensazioni del corpo, tensioni, prurito, caldo o freddo e talvolta delle sensazioni mentali.
Quest'ultima categoria è indispensabile per poter indagare sulla comprensione del funzionamento della mente e, in particolare, sul processo degli attaccamenti.
L'evoluzione spirituale è inscindibile dall'osservazione attenta dei comportamenti della mente in tutte le sue sfumature.
La curiosità è un brutto difetto.
La curiosità
La curiosità contribuisce all'attaccamento e generalmente corrisponde alla futilità. Resistere alla curiosità è quindi un ottimo allenamento. Essere curiosi è volere qualcosa quando non c'è niente. La mente vuole vedere, sentire o sapere qualcosa (molto spesso di insignificante). È una specie di impulso avido, che spesso cade preda di un circolo vizioso: più è nascosto e più si vuole sapere, più si vuole sapere e più si nasconde.
Per sfuggire a questa impurità mentale, a volte basta pensare che ciò che è importante, ciò che è veramente utile a se stessi, alla fine arriverrà (o si otterrà) a tempo debito.
Non siate come colui che si lascia trascinare dall'onda e annega.
Non siate come colui che cerca di opporsi all'onda e annega.
Siate come colui che cavalca spensieratamente l'onda.
Sempre presente nel momento dell'onda.
Le difficoltà
La foga delle abitudini
Nella meditazione (vigilanza nel momento presente o altro) è tutta una questione di equilibrio. La difficoltà risiede solo nella mancanza di abitudine. La mente è talmente abituata all'irrequietezza interiore che rimanere calma e senza svolgere nessuna attività le sembra innaturale. È continuamente travolta dalla foga della sua corsa senza fine.
Per comprendere appieno il significato di questa metafora, basta accomunare corsa con attività dei pensieri e sostituire persona con mente.
Immaginate una persona immobile. Se il terreno improvvisamente scomparisse intorno a lei, con l'eccezione della parte sotto i suoi piedi, lei rimarrebbe indenne. Se accadesse la stessa cosa ad una persona che corre, trascinata dalla sua foga, cadrebbe immediatamente nel vuoto. Una persona che cammina potrebbe resistere uno o due secondi, ma anche lei precipiterebbe.
Inoltre:
- Per immobilizzare la vigilanza
Occorre mobilitare la perseveranza
Niente noia durante la meditazione
Ciò che spaventa coloro che non sono ancora esperti nella meditazione (VIP o altro) è la noia. Quello che dovete sapere è che la noia non ha nulla a che fare con la meditazione. Poiché questo punto è molto importante, nel caso in cui ciò non sia molto chiaro, tenete presente che: se provate noia, non siete in meditazione; se siete in meditazione, non potete sperimentare la noia.
La noia compare solo quando la mente non prova nessun interesse (in quello che fa, in ciò che accade…). Il segreto per una buona meditazione è di interessarsene. Con un po' di esperienza, vedrete (o avete già potuto vedere se siete un(a) meditatore(trice) di lunga data) che anche nel buio e nel silenzio, succede sempre qualcosa di inaspettato.
Allo stesso modo, camminando, guardando anche solo con attenzione in terra, vedrete molte più cose di una persona disattenta che guarda dappertutto.
È assurdo! Per rimanere nel presente e non annoiarmi, non c'è bisogno di meditare. Quando faccio il bagno nel lago, sono automaticamente nel presente!
Quando sguazzi nell'acqua, non sei nel momento presente, non sei nemmeno consapevole di esserne consapevole. Sei semplicemente pervaso da sensazioni piacevoli. Non osservi le cose come sono. Al contrario, cerchi altri stimoli per provocare nuove sensazioni.
Le difficoltà sono istruttive
Se la vostra osservazione del momento presente è ancora difficile, sicuramente non è per mancanza di sforzo, ma piuttosto per eccesso di sforzo! Nella meditazione, c'è una "formula magica" che può aiutare ogni volta che si incontra una difficoltà: lasciare andare.
Se, nonostante tutto, state attraversando un momento difficile, gioite di questa grande opportunità di praticare (al meglio delle vostre capacità) l'accettazione. Se ben applicata, l'accettazione può ridurre notevolmente il malessere, o addirittura renderlo interessante. Impariamo molto più dalle situazioni difficili che dalle situazioni facili. Per aiutarvi, potete anche dire a voi stessi che non esiste il caso e che si ottiene sempre ciò che ci si merita. È meglio pagare i propri debiti il prima possibile!
Se riuscirete a percepire ogni difficoltà come parte integrante della pratica, ne trarrete grandi vantaggi.
Facilità
La vigilanza nel momento presente, che consente di sfuggire a un numero significativo di difficoltà, risulta facile soprattutto perchè non necessita di condizioni particolari.
Non fate altro che percepire le cose così come sono, qualunque esse siano. Che ci sia rumore o meno, agitazione o meno, accogliete il presente… così come si presenta!
Se avete ancora poca familiarità, ovviamente, cercate di evitare condizioni di distrazione, come la musica o luoghi troppo affollati. Inoltre, ricordatevi che qualsiasi cosa può essere un ottimo oggetto di meditazione. Se, per esempio, vi sentite nervosi(e), agitati(e) o angosciati(e), osservate semplicemente queste emozioni così come le percepite, nel momento presente. Così facendo, presto vi renderete conto che è la cosa migliore che possiate fare.
I vantaggi
Focus sull'essenziale
La vigilanza nel momento presente è tutt'altro che un esercizio destinato a ridurre lo stress. Anche se è rilevante, il problema dello stress rimane superficiale rispetto al resto. La vigilanza nel momento presente è l'essenza del mondo della meditazione, l'unico mezzo per raggiungere la radice di tutti i problemi.
Come abbiamo visto sopra, gli attaccamenti non emergono quando siamo vigili nel momento presente. Come promemoria, gli attaccamenti sono responsabili di tutte le nostre impurità mentali, quindi di tutto ciò che ci provoca sofferenza interiore.
La VIP è uno strumento potente (non ce ne sono altri) per comprendere profondamente ciò che siamo. Il principio di questo sviluppo interiore consiste nel mettere la mente in primo piano, nel cuore della realtà, nel luogo d'incontro di tutte le fabbricazioni mentali, permettendole così di sapere esattamente ciò che sta accadendo e, di conseguenza, di adottare il comportamento appropriato.
Supponiamo che siete immersi(e) in pensieri opprimenti. Anche se siete completamente disponibili, non riuscirete a svolgere un compito o ad aiutare qualcuno in maniera efficiente. Sarete "altrove", schiavi delle vostre preoccupazioni. Mentre se siete ben focalizzati(e) nel momento presente, anche se siete occupati(e), sarete in grado di svolgere un compito aggiuntivo in parallelo o di essere di grande aiuto.
Grazie a questo potente focus, la vostra mente si lascerà sempre meno trascinare dall'ingranaggio delle interpretazioni. Normalmente, cioè senza vigilanza, la mente giudica tutto. Solitamente, ti fa credere che una cosa…
- non esiste, ma esiste
- è difficile, ma non lo è
- non è difficile, ma lo è
Ecco un esempio. Sentite:
- Bisogna passare lo straccio!
Non so cosa vi stia passando per la testa in questo momento, ma posso immaginare che per molte persone la parola "straccio" inneschi nel cervello una sorta di reazione chimica negativa in cui si fondono le seguenti idee: pff!, pulizie, sporcizia, bleah!, fatica, avvilimento, seccatura, disgusto…
La mente è già esausta, addirittura disgustata, prima ancora di aver visto il colore dello straccio. La pulizia stessa sarà vissuta come un calvario e alla fine la mente sarà ancora più sporca dell'acqua del secchio dopo l'ultimo risciacquo. Inoltre, ci sono buone probabilità che il lavoro sia fatto male. Senza vigilanza, la mente non avrà fatto altro che andare in loop su cose che non appartengono al momento presente. In particolare, sulll'idea di mani "contaminate" da un vecchio straccio "puzzolente", grigiastro, pieno di peli, cadaveri di insetti e sporcizia di ogni genere, immerse in acqua fredda e nera per il sudiciume e la polvere.
In un caso del genere, una mente abituata a vivere nel momento presente non proverà nessuna repulsione. Si offrirà addirittura volontaria senza esitazione. Penserà, ad esempio, che renderà il posto più pulito per le altre persone e che alleggerirà coloro che non avevano voglia di svolgere quel compito.
Sento che Kassinu sta per abbaiare. Quindi mi affretto a sottolineare che sì, anche una mente simile a volte pensa. Non è un robot. Tuttavia, ha solo pensieri sani.
La pulizia sarà quindi ben eseguita, nessun angolo verrà tralasciato. Anche mentre le mani strizzeranno lo straccio sporco, la "mente VIP" non proverà alcun disgusto, perché sa che ciò è solo una creazione psichica. Tutt'al più, ciò che percepirà, saranno semplici colori e sensazioni tattili: pressione, ruvidezza, temperatura… Forse le altre persone apprezzeranno il suo lavoro e il suo entusiasmo.
Se siete sommersi(e) dal lavoro, il modo migliore per esaurirvi mentalmente è di pensare a tutto il lavoro che vi aspetta. Facendo l'inverso, ossia dedicandovi completamente alla cosa di cui vi state occupando in quel momento, quando arriverà la fine della giornata, non avrete nemmeno l'impressione di aver lavorato! Ricordatevi della metafora la memoria dedicata all'applicazione.
Lasciando il mio capanno, do un'occhiata al cielo: è limpido, non c'è bisogno di prendere l'ombrello! Esco quindi a mani vuote. Giusto il tempo di arrivare al refettorio che, in 10 minuti, il vento ha cambiato la situazione. Inizia a piovere a dirotto. Non sono preoccupato, perché per ora sono al riparo. Tornerò al capanno tra mezz'ora, ci vuole ancora tempo.
Sorrido, pensando che in passato una situazione del genere mi avrebbe messo in agitazione:
« Pff, come faccio? Non ha piovuto per tutta la mattina e deve piovere proprio ora, solo per darmi fastidio! »
Mangio tranquillamente, lavo i miei piatti tranquillamente. E proprio quando è il momento di andare via, smette di piovere.
Alcuni vantaggi di essere nel momento presente
- Eliminazione immediata dello stress.
- Concentrazione.
- Energia.
- Lucidità.
- Continuità di opportunità. Si può praticare ovunque e in qualsiasi momento.
- Assenza di condizioni necessarie. Non c'è bisogno di alcun accessorio, né di silenzio, né di calma.
- Pace. Il desiderio e la repulsione non hanno modo di emergere.
- Visione ampia. Attraverso la comprensione e i sensi, si percepiscono molte più cose e inaspettatamente in maniera molto profonda.
- Vigilanza. Si hanno i riflessi pronti.
- Accuratezza nell'azione e nella parola. Se si deve parlare, ogni parola è quella giusta.
- Precisione.
- Discernimento. Si vede ciò che è grossolano come grossolano, ciò che è puro come puro, ciò che è dannoso come dannoso, ecc.
- Risparmio di tempo. Si evita lo spreco di pensieri e di progetti. Ci si accorge che meno si pianifica e meglio vanno le cose.
- Quiete. Si ha la sensazione che non c'è nulla di cui preoccuparsi.
- Entusiasmo. Ogni compito viene svolto accuratamente e con gioia.
- Miglioramento delle condizioni. Le cose vanno meglio del previsto.
- Fluidità. Tutto scorre e scivola via, come sul velluto.
- Purezza. La qualità del comportamento si purifica. Si emana un'energia sempre più positiva.
- Dissezione. La mente distingue le cose sempre più separatamente.
La dissezione
Quando sentiamo il suono di una campana, normalmente, non percepiamo solamente il suono, ma un insieme di elementi associati e agglomerati in un unico blocco dal nostro condizionamento:
- la campana (o un'altra precedentemente vista da qualche altra parte), l'edificio in cui si trova, il suo orribile suono, la fine dell'intervallo, la faccia del prof/capo, ecc.
Con la vigilanza nel momento presente, percepiamo solo un suono (né piacevole, né sgradevole) oppure un'onda sonora che varia nel tempo. A causa delle abitudini, gli altri elementi potranno apparire, ma si distingueranno in maniera molto distinta. La mente sarà quindi in grado di bloccare l'insostanziale ingranaggio mentale che non smette mai di giudicare, desiderare, rifiutare e credere in perenni illusioni.
È come la golosità per la nutella. Supponiamo di leggere separatamente tutti gli ingredienti di un barattolo di questa crema poco sana: 56% di zucchero, 15% di olio di palma, qualche nocciola, cacao, latte in polvere e alcuni emulsionanti. Sufficiente a far passare la voglia di spalmarla su del pane tostato (o di metterla in qualche ricetta, una volta che si sa da cosa è composta).
Quando la mente riesce a dissezionare gli "ingredienti" di un processo mentale malsano, se ne disfa con la stessa facilità di un barattolo di zucchero e olio che praticamente ha il colore delle nocciole e del cacao.
È così che, penetrando il momento presente, gli attaccamenti cadono, uno dopo l'altro, e la saggezza risplende. Un giorno la vostra casa potrebbe crollare davanti ai vostri occhi e non ne rimarrete minimamente turbati(e), proprio come una formica.