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Come applicare i precetti nella propria quotidianità?

Quello che c'è da sapere sui 5, 9 e 10 precetti buddhisti, la castità, l'attaccamento alla musica…

Suggerimento
Non dimenticate di meditare. Se leggete gli arti­coli di questo sito senza pra­ticare, è come se pian­taste dei semi senza annaf­fiarli.

I precetti

Precetti universali

Per aiutarci a mantenere le nostre menti pulite, ci sono i cosiddetti precetti. Sono come cartelli stradali.

Essi ci aiutano nel percorso, anche se, al tempo stesso, è importante riuscire a mantenere la capacità di proseguire anche in luoghi dove i cartelli non sono presenti. Ciò significa che, oltre a seguire quanto viene racco­mandato dai precetti, dobbiamo continuare a porre atten­zione nel rimanere, nella misura delle nostre capacità, liberi da ogni imperfezione mentale.

Vi propongo una breve esposizione dei precetti racco­mandati dal buddhismo, soprattutto per questi tre motivi:

  • sono molto efficaci
  • riguardano tutti il lasciar andare
  • si adattano a chiunque, indipendente­mente dalle proprie credenze

Questi precetti sono presentati in diverse categorie, a seconda delle capacità, del grado di attacca­mento o della volontà, un po' come un pacchetto persona­lizzato! I monaci buddhisti sono tenuti a rispettare un vasto numero di regole disciplinari che, natural­mente, includono anche tutti questi precetti.

Precetti Per chi?
5 Tutti.
9 Coloro che meditano o desiderano perfezionare la loro virtù.
10 I monaci novizi e tutti coloro che desiderano dedicarsi alla rinuncia.
Osservazione:
Ovviamente, nulla impedisce di osser­varne per esempio sette, oppure di aggiungere alla propria pratica punti che non sono inclusi.

I 5 precetti

Il minimo decente

I cinque precetti indicano la condotta di base che dovrebbe essere adottata, indi­pen­dente­mente da chiunque siamo e qualunque cosa facciamo. Sono presenti praticamente nella maggior parte delle ideologie etiche, spirituali e religiose. Rispet­tandoli, smettiamo di generare gli stati più grossolani e violenti. Infatti, la qualità delle energie mentali che ne consegue ci protegge dalla maggior parte delle avversità.

Ovviamente, l'astensione dalla violenza fisica non è direttamente raccomandata da questi cinque precetti, e nemmeno dai cinque successivi. Tuttavia, una persona che aspira alla virtù considererà l'astensione dalla violenza come un primo passo verso il 1° precetto. Di conseguenza, se ne asterrà in maniera del tutto naturale. Nel peggiore dei casi, il suo uso della violenza sarà lieve ed occasionale.

Filtro

Questi cinque precetti di base sono un filtro che lascia passare distrazioni e attaccamenti vari, ma che blocca la disonestà e i grandi pericoli.

Elenco dei 5 precetti

  1. Astenersi dall'uccidere.
  2. Astenersi dal prendere ciò che non è stato dato.
  3. Astenersi da rapporti sessuali illeciti.
  4. Astenersi dal mentire.
  5. Astenersi dal consumare alcolici.

Assimilazione

A seconda del nostro grado di attaccamento a determinate cose, potrebbe essere necessario sforzarsi un po' di più per riuscire a osservare alcuni dei precetti. Un allenamento regolare aiuta a renderli naturali.

Quando avrete acquisito una certa maturità e l'idea di commettere un'azione nefasta vi ripugnerà, non avrete più bisogno di tenere a mente i precetti, così come non si ha più bisogno di guardare i cartelli stradali per fare un percorso che si conosce a memoria.

Controversie

Per quanto riguarda il 5° precetto alcuni ritengono che solamente l'alcol sia da evitare, mentre altri ritengono che riguardi tutte le sostanze intossicanti: droghe, tabacco, betel, ecc.

Ciò che è innegabile, tuttavia, è la tendenza di coloro che hanno più difficoltà nel seguire i precetti a pensare che questi debbano essere limitati al minimo indis­pensa­bile. In ogni caso, una mente incline alla virtù tenderà ad inglobarne nel proprio compor­tamento una versione sempre più estesa.

Spetta a ciascuno scegliere se risvegliarsi alla saggezza o semplicemente limitarsi a seguire delle regole.

Attenzione
I precetti sono cartelli di indica­zione, non di limitazione.

La perseveranza

Ancora più importante dei precetti stessi è la perseve­ranza! È nel tempo che si sviluppano le qualità che emergono da un compor­tamento sano. Anche un delinquente può riuscire a mantenere un gran numero di precetti per… un minuto.

Con una sola eccezione

Esiste una “pratica ascetica” nota per essere tra le più difficili e che comunque i monaci non sono tenuti ad osservare. Si tratta di rinunciare alla posizione sdraiata, e quindi di dormire seduti. Uno scherzo è dire:

«Io pratico ogni giorno nissajika… ad eccezione della notte e dei sonnellini.»

Il concetto di durata nella pratica della virtù e della rinuncia spiega il motivo per cui l'anzianità è ciò che più conta fra i monaci. A tal punto che, purtroppo, spesso non rimane che essa. Quindi, piuttosto che chiedere ad un monaco la propria anzianità, come si è soliti fare, sarebbe molto più sensato chiedergli, per esempio:

  • Quanto tempo ha passato senza mentire? Senza denaro? Senza fumare? Senza guardare film? Quanto tempo ha trascorso nel cercare di ridurre impurità e attaccamenti, osservando la mente? Ad allenarsi ad accettare? A smettere di nutrire l'ego?

E qui, la risposta può andare da pochi decenni a poche ore o addirittura minuti.

È quindi importante continuare ad osservare i precetti nel tempo, cercando di non infrangerli. Per riuscirci, tenete bene a mente che dovrete metterli soprattutto in atto nei momenti di tenta­zione, non quando non sarà necessario pensarci. Non posso garan­tirvi che sarà facile. Ma quali grandi benefici possono essere acquisiti con facilità? Quello che posso garan­tirvi, purtroppo, è che alcuni di questi momenti diffi­cili finiranno sempre per capi­tarvi quando meno vi converrà. Ma cercate di non dimen­ticarvi che ogni tenta­zione a lasciarsi andare sarà, se scegliete la virtù, un'oppor­tunità per fare un salto verso il distacco e la libertà interiore.

Inoltre, vi consiglio di non prefiggervi precetti per voi troppo difficili, ma in ogni caso di non trascurare mai i cinque di base. Sono accessibili a chiunque. Se avete cattive abitudini, indi­pen­den­temente da quanto cattive siano, sarà solo una questione di volontà, e riuscirete a cam­biarle.

Confucio ha detto:
Chi pianta la virtù non deve dimenticare di annaffiarla spesso.

I 9 e 10 precetti

Elenco da 6 a 10

Quando si passa ai successivi precetti, i primi 5 rimangono gli stessi, a parte il 3°, che va da

  • astenersi dal sesso illecito

a

  • astenersi dal sesso.

Letteralmente, il precetto dice: Astenersi da ciò che è ignobile.

6 Astenersi dal mangiare dopo mezzogiorno.*

7 Astenersi dalla musica, dal canto e dalla danza.

8 Astenersi dall'uso di gioielli, ornamenti, cosmetici, fiori e profumi.

9 Astenersi dal sistemarsi in un posto VIP o lussuoso.

10 Astenersi dall'utilizzare oro o argento.

*Per quanto riguarda il 6° precetto: nessun cibo solido da mezzogiorno fino all'alba seguente.

Controversie

Come abbiamo visto in precedenza, alcuni precetti sono controversi, quasi come se si trattasse di leggi. Comunque sia, una persona interessata alla propria virtù non esiterà ad appro­fon­dire i punti nascosti (o appena suggeriti) da questo o quel precetto. In particolare:

Nel 6° precetto: fare spuntini tra i pasti.

Nel 7° precetto: giochi, film, arte, poesia.

Nel 8° precetto: guardarsi nello specchio.

Nel 9° precetto: letto, divano, materasso, cuscini.

In molti casi, piuttosto che ammettere che alcuni precetti sono rotti, li vedranno crepati, sostenendo:

  • Non importa, sono solo crepati!

Che faccia farebbero se, dopo aver notato alcune imper­fe­zioni su bicchieri e piatti appena acquistati, riportandoli in negozio, il venditore replicasse:

  • Non importa, sono solo crepati!
Kassinu il detrattore

Meglio un piatto crepato che un asceta crepato.

Gli 8 precetti

Non sentirete mai parlare dei nove precetti, ma sempre degli 8 precetti. Nessuno ne conosce la ragione, ma il 7° e l'8° sono raggruppati in un unico precetto, il 9° diventa così l'8°. Quando invece vengono trattati i 10 precetti, il 7° e l'8° non sono separati.

Attenzione

Quel che è importante non è se rispettate corret­ta­mente questo o quel precetto, ma assi­curarvi che non ci sia più disonestà, violenza o mancanza di rispetto nelle vostre inten­zioni, parole e azioni.

Castità e musica

Castità

In pali, se “castità” si traduce con “pratica nobile”, è proprio perché questo è il criterio principale con il quale si definisce la nobiltà del compor­ta­­mento. Ed è facile capire il perché, quando si è consci del fatto che per la grande maggio­ranza degli adulti, il piacere sessuale è il più tenace degli attac­camenti.

Per la sua difficoltà, la castità è ciò che impedisce alla maggior parte degli aspiranti ai 9 - o più - precetti di abbrac­ciare una tale osser­vanza oltre un periodo di tempo limitato. Ma anche solo questo è già estre­mamente benefico.

Simbolo della purezza della virtù, se la castità rappre­senta la nobiltà, è anche perché se siamo capaci di rispet­tarla, possiamo a fortiori osser­vare gli altri precetti, dato che tutti riguar­dano attacca­menti meno forti.

Vedere anche:
La castità
(articolo sul sesso)

La musica

A mio parere, a parte i 5 precetti di base e il desiderio sessuale, la musica è il più nefasto degli attacca­menti, il princi­pale ostacolo alla saggezza. Una melodia o un suono piacevole agiscono come una droga sul cervello. La musica incanta e crea una grande distor­sione della realtà. Suscita una serie di emozioni capaci di offus­care l'atten­zione e l'obiet­tività, finendo così col far perdere comple­ta­mente la lucidità.

Attenzione: non ho detto che la musica è nociva. Sicura­mente può risultare efficace per farci star bene, di buon umore, come distra­zione, per sognare o anche per farci rilassare. Sto solo dicendo che ascoltarla è un impedi­mento alla medita­zione e allo sviluppo di una visione profonda della realtà.

Inoltre, la musica disturba chi medita molto più del rumore, perché è invadente; è difficile sentirla senza ascoltarla e cattura l'atten­zione con evocazioni, stati d'animo, sensazioni o ricordi. In confronto, un rumore ripetitivo può essere dimen­ticato, diventa rapida­mente un rumore di fondo.

Lo ripeto, più che sui precetti, è sulle qualità interiori che bisogna lavorare quoti­dia­namente. Occorre anche essere in grado di indivi­duare ciò che deve essere migliorato, da qui l'impor­tanza di una piena vigilanza nel momento presente.

Vedere anche:
Il momento presente
Da leggere:

L'articolo che avete appena letto è inseparabile da questo:
La virtù

Vedere anche:
La menzogna