La meditazione
La meditazione, che cos'è?
Intro
La meditazione può essere una pura felicità… o una grande fatica. Tocca a voi scegliere!
Tutto dipenderà dalla vostra volontà di abbandonare tutto (almeno durante la meditazione). È fondamentale che vi rilassiate completamente, quindi che non forziate nulla. Altrimenti, mediterete solo perché credete che sia una buona cosa da fare, e ve lo imporrete. La maggior parte del tempo, vi annoierete, aspettando la fine della seduta con impazienza.
Se eviterete qualsiasi pressione, anche da principiante, i vantaggi saranno considerevoli.
La meditazione è una scultura della mente. La scultura esiste già nel blocco di pietra. Lo sculture non fa altro che rimuovere ciò che la racchiude. Prima toglie i prezzi grossi, poi rifinisce a poco a poco.
Ciò che la meditazione non è
Per illustrare ciò che la meditazione non è, ecco un dialogo immaginario tra un maestro e i suoi discepoli.
- Maestro! Il mio corpo è diventato così leggero che quasi non lo sentivo più!
- E allora? Se tu prendessi della morfina, lo sentiresti ancora di meno!
- Io sono stato due ore senza batter ciglio!
- E allora? Ci sono rettili che rimangono perfettamente immobili per ore!
- E io ho sopportato dolori muscolari infernali senza abbandonare la mia meditazione.
- E allora? Ci sono soldati che vengono torturati fino alla morte per giorni interi e non dicono niente!
- Io, Maestro, ho avuto delle visioni incredibili durante la mia meditazione, cose che normalmente non si possono vedere.
- E allora? Con un allucinogeno, avrai anche molte più visioni!
- E io, ho avuto delle estasi che sono durate a lungo.
- E allora? Gli esseri celesti sperimentano estasi ancora più potenti. Eppure, quando vedono un rinunciante umano, sono loro che si prostrano davanti a lui!
- Io ho sbadigliato, ho scorreggiato, mi sono strofinato gli occhi e mi sono stravaccato per mezzora.
- Hai osservato tutto questo con vigilanza consapevole?
- Sì, Maestro.
- Tu sei degno di essere mio discepolo! Tu hai fatto ciò che è importante: conoscere la tua mente nel momento presente, senza preoccuparti del resto.
La meditazione, è per gli egoisti!
In un gruppo di matti, uno di loro vuole uscire, lavora sodo per curarsi. Gli altri dicono che è egoista, che non aiuta gli altri. Tuttavia, una volta guarito, dedicherà del tempo agli altri per curarli con efficacia.
Si può sostituire “un gruppo di matti“ con “l'umanità”, e “matto” con “spensierato che si lascia intrappolare nel ciclo perpetuo delle emozioni, delle miserie e delle illusioni”.
Il problema? È troppo facile!
Estratto dal romanzo La ragazzina e l'asceta:
- Ho lasciato andare tutto nella mia testa per un po', e bene, credo di non essermi mai sentita così bene.
- Lo so bene ed è questo che mi piace di questo test. È che, allo stesso tempo, era la tua prima lezione di meditazione.
- Non è possibile!
- Come mai?
- E' una cosa molto difficile la meditazione, vero?
- Se è difficile o anche solo un po' difficile, allora non è meditazione!
- In realtà, è durata pochissimo tempo.
- E allora? La meditazione, non riguarda una durata, ma solamente il momento presente.
- Ma non ho fatto niente!
- Esattamente! La meditazione è non fare proprio niente. Finché proverai a fare qualcosa, non riuscirai mai a meditare. Le persone sono così abituate a fare uno sforzo per ottenere un risultato, che hanno difficoltà con la meditazione, poiché non possono fare a meno di fare qualcosa.
Non solo seduti
Quando si sente parlare di meditazione, si immagina sistematicamente la posizione seduta, con gli occhi chiusi. Certo, l'immobilità, il silenzio e la chiusura della percezione visiva conferiscono le condizioni adeguate per una mente toppo dispersiva, o per la meditazione profonda.
Tuttavia, la meditazione non è affatto una questione di posizione. È solo un atteggiamento della mente, che può essere mantenuto, qualunque sia la posizione e il movimento del corpo.
L'atteggiamento corretto
La grande domanda è dunque: quale atteggiamento adottare? Devono essere implicate la purezza, la vigilanza e l'immobilità.
Purezza
Una mente pura è sicuramente una mente onesta e virtuosa. Anche atti minori e malsani (menzogna, violenza, consumo di alcool…) lasciano delle tracce che impediscono una quiete autentica, elemento essenziale per la meditazione.
L'onestà, quindi, ma non solo. La mente deve anche evitare per quanto può di cedere ai suoi desideri, come:
- Piacere sessuale
- Cibo in qualsiaisi momento della giornata
- Gioielli, trucco, contemplazione della propria immagine
- Distrazioni (danza, musica, giochi…)
- Chiacchiericcio
- Pigrizia
La mente deve anche evitare ogni forma di violenza e ostilità (compresa quella verbale o anche mentale).
Il fatto di non rispettare questi aspetti non vi impedirà di meditare, ma la vostra pratica rimarrà superficiale. Perché? Perché seguire i propri desideri provoca agitazione mentale, impedendo così la totale quiete.
È quindi facile comprendere perché le persone che possiedono una mente già relativamente pura siano maggiormente facilitate quando cominciano a meditare. Per avere ogni chance dalla vostra parte, è quindi importante coltivare una mente il più pura possibile.
Tuttavia, non spettate di avere una mente pura per cominciare la meditazione, i due aspetti si favoriscono l'un l'altro.
Vigilanza
L'unica azione necessaria a una mente che medita, è di incollarsi al suo oggetto, e naturalmente, di mantenerlo. A tal fine, è necessaria una vigilanza completa e costante. Occorre pertanto essere all'erta, vale a dire pienamente consapevoli. Solo una mente pura ne è capace, poiché le impurità si comportano da parassita con la vigilanza piena e sostenuta.
Immobilità interiore
Per la meditazione profonda, l'immobilità interiore è una condizione indispensabile.
Per una meditazione di vigilanza nel momento presente, che si chiama anche di "piena consapevolezza", l'immobilità interiore è nettamente più limitata. Infatti, ci si accontenta di immobilizzare la propria vigilanza, o di immobilizzare la propria mente nel momento presente, che è esattamente la stessa cosa!
Per il resto, la mente non si immobilizza su un punto unico; accetta tutto quello che viene, senza rifiutare nulla.
Meditazione e meditazione
Togliamo le pratiche fisiche, dove "meditazione" è sinonimo di rilassamento.
Togliamo le pratiche mentali, dove "meditazione" è sinonimo di riflessione.
Togliamo le pratiche psicologiche, dove "meditazione" è sinonimo di psicoterapia.
Ci restano le pratiche della mente (spirituali, letteralmente). Queste pratiche sono i migliori strumenti per lo sviluppo delle pratiche sopra descritte, ma hanno un potenziale incredibilmente più vasto.
Possiamo raggrupparle in "due tipi di meditazione", anche se queste due possono essere intimamente collegate tra loro.
Io le chiamo:
- Vigilanza nel momento presente
- Meditazione profonda
Potremmo anche parlare di:
- meditazione investigativa
- meditazione stabilizzante
La prima è una base per la seconda, ma dall'alto di quest'ultima, possiamo penetrare nel più profondo della realtà. Ecco una parabola che mostra questo principio: dobbiamo studiare per essere capaci di usare un microscopio. Successivamente, effettueremo regolazioni ottiche precise. Infine, potremo investigare in profondità.
Come meditare?
Come stare seduti?
Comodamente, ma senza appoggiarsi. La colonna vertebrale in equilibrio, le gambe incrociate come vi è possibile. Se necessario, potete utilizzare dei cuscini, o anche una sedia, o addirittura uno schienale se avete problemi.
Per quanto riguarda le mani, mettetele come vi pare; sulle ginocchia o una dentro l'altra. I palmi possono essere rivolti verso l'alto o verso il basso. Sembrerebbe tuttavia che i palmi rivolti verso l'alto contribuiscano a ridurre le tensioni.
L'immobilità fisica
Non riuscite a stare fermi a lungo? Non preoccupatevi! Per una meditazione di "piena consapevolezza", l'immobilità è certamente una carta vincente, in particolare ad uno stadio avanzato. Tuttavia, non è richiesta. A riprova di ciò, tale meditazione si pratica sia camminando che durante le attività quotidiane, come i pasti o le pulizie.
Durante una sessione seduta, cercate comunque di non muovervi. Ma in caso di posizione dolorosa o di forte prurito, fate quello che serve. Non esitate nemmeno a stirarvi quando se ne sente la necessità (gomiti o braccia in aria). Anche il fatto di sbadigliare non può che rinvigorire.
Poco importa dunque la posizione. Certo, è meglio meditare nei momenti in cui abbiamo una buona dose di energia, ma solo per dire, possiamo anche meditare con la testa appoggiata sulle ginocchia, se siamo esausti.
Ciò che conta è mantenere la mente pulita e all'erta.
Cosa fare?
Cosa fare, una volta che vi siete sistemati(e) bene, con gli occhi chiusi? Non ditevi:
- Ora, mediterò.
Solo nel dirsi questo, si corre il rischio di vedere la meditazione come un lavoro, cosa che può causare tensioni e blocchi. Ditevi piuttosto, per esempio:
- Ora, lascerò andare tutto.
Il miglior atteggiamento da adottare se desiderate avere una meditazione efficace, è quello di switch off completamente la vostra mente.
Perché sì, quello che si fa in realtà, è niente di niente! Quando si è seduti per esempio, non si fa altro che sperimentarlo, non c'è niente da fare.
Sciocchezze! È risaputo, nella meditazione, si dice sempre che bisogna osservare!
Sta tutto nel modo di dirsi le cose, mio caro Kassinu. Se si dice: «Io devo osservare bene», ci sono buone probabilità che si forzi qualcosa. E una forzatura, per quanto sottile, rovina la meditazione sicuramente come la più piccola brezza rovina un riflesso sulla superficie dell'acqua.
Osservare, è inevitabile quando non si fa niente. Questo significa che non si pensa nemmeno, perché pensare, significa fare! Quando non si fa veramente niente, la vigilanza si fissa naturalmente su "la porta d'entrata principale della mente". Il risultato è un'osservazione automatica di tutto ciò che ne viene fuori, le percezioni come le reazioni.
Se fate qualcosa di diverso dal far restare questa osservazione naturale (cioè se pensate, analizzate, giudicate, commentate), uscirete subito dalla meditazione.
I pensieri
State tranquilli: anche i praticanti più esperti del pianeta hanno ancora dei pensieri durante la loro meditazione! Comunque sia, è sempre bene averne il meno possibile. Meditare in mezzo ai pensieri, è come guidare con i freni. Si guida molto meglio quando il freno a mano è disinserito.
Se tentate di respingere i pensieri, ciò non farà che moltiplicarli. Per lasciare che si dissolvano da sé, non resta che rimanere ad osservarli. Fate solo attenzione a non lasciarvi trascinare dal loro contenuto. Considerate i pensieri come della polvere.
Abbiamo un piccolo girino in un barattolo d'acqua con un po' di fango sul fondo. Vorremmo che l'acqua per lui fosse il più chiara possibile.
Se scuotiamo il barattolo per cercare di riportare il pulviscolo sul fondo, questo non farà altro che spargersi ancora di più. Se, al contrario, lasciamo il barattolo immobile, il pulviscolo non tarderà a depositarsi da solo sul fondo.
Quale metodo?
Anche se esistono tanti metodi, il principio resta lo stesso. In realtà, invece che "metodi" per dire il vero, sono "approcci". Nessuno è migliore di un altro. Semplicemente, alcuni faranno il caso vostro meglio che altri.
A voi la scelta, dunque, ma provatene un paio, almeno. E soprattutto, non cadete nella trappola del settarismo, perché ciò che è certo, è che un "conflitto inter-tradizioni" non è un ingrediente favorevole alla meditazione!
Quindi, qualunque siano il vostro o i vostri metodi, chiunque siano la vostra o le vostre guide, sta a voi trovare le vostre regole. Una volta che saranno ben applicate, il fuoco si propagherà da sé.
Succede sempre qualcosa
Si potrebbe pensare che restando immobili con gli occhi chiusi, non ci sia niente, non si senta nulla. Se così fosse, questo sarebbe jhãna!
In effetti, succedono sempre tantissime cose, anche se non c'è nulla in apparenza. Per esempio, quando siete seduti con gli occhi chiusi, percepite chiaramente la posizione in cui siete. Ciò che vi da questa percezione è in realtà un gran numero di conoscenze tattili molto localizzate, in diverse parti del corpo. Da prima, si percepiscono delle sensazioni più o meno grossolane, in seguito, si scopre che c'è un gran movimento di micro-percezioni.
Naturalmente, non c'è solo il corpo. C'è anche, tra l'altro, la montagna di micro-reazioni mentali. Per assistere a questo "spettacolo", basta lasciare la propria vigilanza sulla mente. Questa è come una palla del flipper, rimbalza continuamente su: le sensazioni tattili, le tensioni (fisiche o mentali), il prurito, il formicolio, la temperatura, la stanchezza, le paure, i dubbi, le irritazioni, il disgusto, i rimpianti, le gioie, le emozioni, la leggerezza, ecc.
Calma e agitazione
Quando la mente è calma, naturalmente si osservano soprattutto le sensazioni fisiche, che possono esserre legate alla respirazione, ma non necessariamente. Siete completamente liberi di scegliere ciò che vi si addice meglio: il respiro, il movimento respiratorio della pancia, tutto ciò che si presenta, o altro. Le possibilità sono numerose.
Quando la mente è meno calma, invece si osservano le percezioni mentali, che si chiamano anche "i comportamenti della mente". Questo è un aspetto particolarmente gratificante della meditazione. L’agitazione interiore non impedisce la vigilanza. Praticare così non solo permette di risparmiare molte sedute dallo psicoterapeuta, ma anche di andare ancora più lontano.
Con un po' di allenamento, anche in piena attività quotidiana, se il vostro cuore si agita, grazie al potere della vigilanza, potrete rimanere nel cuore del vostro cuore. È un modo di dire, non si tratta di localizzare il vostro organo cardiaco. Qui, cuore significa mente. In parole povere: se un’emozione vi pervade, penetrate nel cuore di questa emozione. Con un'abilità sempre maggiore, vedrete sempre più chiaramente come nascono i vostri attaccamenti. Di conseguenza, si formeranno sempre meno; diventerete sempre più liberi.
Con cosa e con chi?
Accessori
La cosa meravigliosa della meditazione è che non c’è bisogno di niente! Usate solo ciò che vi aiuta a stare seduti(e) bene. Per il resto, meno c’è, meglio è. Evitate quindi bastoncini di incenso e ambienti sonori. Pensate a tutti questi individui - rinuncianti o non - in migliaia di anni, che si sono dedicati alla meditazione all'aperto, senza nulla, tutt'al più riparati in una grotta.
Se volete solo rilassarvi o alleviare lo stress, musica rilassante, suoni di campana o di cascate, vapori di oli essenziali o altri gadget provenienti da "commercianti di benessere" saranno sufficienti.
Se invece, il vostro approccio riguarda la meditazione, cioè la pace totale, il discernimento, la conoscenza della realtà, la fine dei vostri problemi più profondi, allora non usate nessun artificio. E soprattutto nessuna musica, anche la più rilassante di tutte. La musica è una potente droga deformante per la mente.
Immaginiamo un posto con qualche zanzara ostile, e un altro, senza zanzare, ma da dove si sente della musica.
Se, per meditare, dovessi scegliere un posto tra questi due, sceglierei quello con le zanzare senza la minima esitazione. Io sono molto accogliente!
Quale guida?
Per una meditazione efficace, la cosa più importante non è il metodo, l'insegnante, o le condizioni, siete voi! Tuttavia, una fonte di aiuto preziosa è la condivisione di esperienze con amici che meditano proprio come voi. Spesso incontrano le stesse difficoltà.
E per essere sicuri di seguire sempre la giusta direzione, un giorno o l’altro, avrete bisogno di una guida esperta.
Per questo, il mio primo consiglio sarà di privilegiare, per quanto possibile, una guida in carne e ossa; cioè non su Internet. Quando siete di fronte a un istruttore di meditazione, lui può ottenere informazioni precise sulla vostra pratica che non si possono rilevare attraverso uno scambio virtuale.
Il mio secondo consiglio, quando riuscite a trovare una guida, è di osservare attentamente il suo comportamento. Guardate se vi sembra virtuoso, onesto, presente, stabile, disinteressato...
Quando?
Quando meditare?
Ogni volta che potete! Ma bisogna anche volerlo, perché è meglio non meditare affatto che sforzarsi di meditare. Se è una seccatura, non è meditazione. Meditazione deve far rima con riposo, sollievo e lasciare andare, anche se alcune sessioni a volte possono portare un sacco di sensazioni sgradevoli.
Se dormire troppo può essere dannoso per la meditazione, la mancanza di sonno può essere altrettanto dannosa. È importante imparare a gestire bene la propria energia.
Piuttosto che la durata, puntate prima di tutto sulla qualità. In una giornata, meglio 3 minuti di piena e continua vigilanza che 3 ore di media vigilanza.
All’inizio, nessuno è in grado di mantenere la vigilanza continua per 3 minuti. Come per ogni disciplina, è solo a forza di provare che le cose vanno sempre meglio. Ciò che Confucio diceva della virtù vale per la meditazione: chi pianta la meditazione non deve dimenticare di annaffiarla spesso.
Ogni momento è buono
Nessun momento è da buttare via. Rimanete vigili qualunque cosa facciate. Se non avete nulla da fare (riducete al minimo le attività non veramente utili), state seduti(e) e quando ne sentite il bisogno, alzatevi e camminate tranquillamente, e così via.
Non è necessario concentrarsi su sensazioni particolari. La cosa migliore da fare è accogliere tutto ciò che accade nel momento presente.
Alla domanda:
- Quando meditare?
La migliore risposta è dunque:
- Adesso!
In alternativa?
Cosa fare se non meditate? Coltivate sempre le qualità benefiche, come la calma, la pazienza, l’attenzione. Evitate tutto ciò che è superfluo, allenatevi a ridurre i vostri desideri (iniziate con i più facili da lasciare andare). Se vi abituate a mantenere uno stato della mente sano, senza nemmeno rendervene conto, avrete già un piede nella meditazione.
In ogni caso, non conoscerete la meditazione studiandola, ma vivendola!
Non si insisterà mai abbastanza: è la pratica che purifica, non la conoscenza. Privilegiate quindi il vostro cuscino piuttosto che la vostra biblioteca.
La saggezza non proviene dallo studio di testi filosofici, ma dall’osservazione delle cose comuni del quotidiano.
Difficoltà frequenti
Le tensioni interiori
All’inizio potreste notare delle tensioni. Non sono dovute alla meditazione, anche se questa è l’impressione che si può avere. In effetti, le proverete sempre; è una reazione abituale della vostra mente, che diventa ostensibile quando spegnete il flusso perpetuo dei vostri pensieri.
Tenete presente che le tensioni interne sono talvolta espressione di tensioni fisiche. Queste ultime possono derivare da una posizione scorretta, che occorre quindi correggere.
Abituandovi alla calma e al riposo della mente, le tensioni si dissolveranno da sé. Sarete quindi in grado di trovare naturalmente un sottile equilibrio tra riportare ininterrottamente la messa a fuoco (in altre parole, la vigilanza) e lasciare la presa completamente. Non tarderete ad avere la sensazione che la vostra meditazione "scivoli come il velluto".
Il buio
A volte potrete essere molto lucidi(e), ma non potrete esserlo per tutto il tempo, soprattutto quando sarete stanchi(e). Ed è abbastanza comune passare attraverso fasi di buio interiore, a volte con una sensazione di "non arrivare più a nulla". Bisogna solo andare avanti come se nulla fosse, senza nulla sperare.
Se vi sentite scoraggiati(e), è perché avevate una particolare aspettativa o perché siete appena caduti nel dubbio. Abbiate dunque almeno l'istinto di ricordarvelo, in caso di scoraggiamento. Il dubbio è solo un freno a mano, distrugge la vostra pratica. Se vi accontentate di osservare le cose come le percepite nel momento presente, allora non potete sbagliarvi.
È normale sperimentare delle fasi in cui tutto sembra facile, poi altre in cui tutto sembra, al contrario, complicarsi. Nel primo caso, non attaccatevi a questa situazione piacevole. Nel secondo caso, non lamentatevi del vostro destino.
In generale, è nei momenti più difficili che si progredisce meglio. Pensate dunque alla difficoltà come a una buona opportunità! È come un gioco; non svilupperete abilità giocando solo ad un livello facile.
Altri punti
L’uomo è così abituato ai difetti che ci è attaccato. Ecco perché è raro che si dedichi seriamente alla meditazione.
Se siamo così poco coinvolti nella meditazione, è perché siamo accecati dalla ricerca di piaceri e distrazioni, certo, ma anche perché pensiamo che sia difficile.
Se è difficile per un principiante, è perché forza. Siamo talmente abituati a fare sforzi per ottenere qualcosa che forziamo, anche se non è proprio il caso. Non c’è nient’altro da fare che stare completamente rilassati e prendere quello che viene, come viene.
Ricordatevi anche regolarmente della via di mezzo. Ognuno va al suo ritmo. Invece di pensare che praticate "non abbastanza bene", accettate che questo è normale per il vostro livello, e ricordate che non avete nulla da dimostrare. Perché sperare più di quanto potete?
Guardando qualcuno meditare seduto con gli occhi chiusi, molti pensano che sia "altrove". In realtà, non è altro che il contrario: lui è "lì" molto più degli altri.
Motivazione e pazienza
Per godere di una fruttuosa meditazione, dovete sempre includere i due ingredienti seguenti: motivazione e accettazione.
Certo, quando la vostra meditazione si fa leggera e corre come un uccello che sfreccia nel cielo, questi ingredienti possono sembrarvi poco utili. Ma probabilmente vi capiterà di attraversare periodi più difficili di altri. È lì che avrete bisogno di "rinforzi".
La motivazione si ottiene attraverso la condivisione di esperienze con persone che meditano proprio come voi, o attraverso la lettura di opere ispiratrici. Ricordevi che anche i maestri più esperti hanno sperimentato grandi difficoltà. Anche loro sono stati un giorno principianti inesperti, tesi, scomodi, dotati di un ego colossale, attaccati ad una miriade di cose…
La meditazione richiede tempo e bisogna sacrificare molto, ma l’investimento ne vale la pena, anche se si decide di fermarsi lungo la strada!
L'accettazione (o pazienza), lei, si sviluppa nel tempo, allenandosi a prendere le situazioni così come si presentano.
Accettazione
Quando all’orizzonte ci sono prove che sembrano difficili, consideratelo come un gioco. Cercate di accettarle con pazienza. Se fallite, non importa, almeno ci avete provato. La prossima volta avrete più possibilità di successo.
L’accettazione è una qualità madre che ne genera molte altre:
- tolleranza
- sopportazione
- pazienza
- soddisfazione
- gentilezza
- calma
- equanimità
- distacco
- presenza
- vigilanza
- saggezza
- ecc.
La meditazione, è per il 90% accettazione.
Il problema più grande
Con la meditazione, il problema più grande, è l’invisibilità di gran parte dei suoi benefici. Molto spesso, ciò che sviluppate attraverso la meditazione, non lo vedete. Come il fotografo che scopre il risultato dei suoi scatti solo dopo lo sviluppo dei negativi, molti dei vantaggi della vostra meditazione vi saranno svelati solo a tempo debito.
Molti abbandonano il proprio cuscino di meditazione perché non vogliono aspettare più di una settimana per vedere i risultati. Eppure, accettano di lavorare un mese intero senza un centesimo, prima di ricevere il loro stipendio a fine mese.
L’insegnante di levitazione dice:
«Anche quando il vostro corpo non pesa più di un grammo, non vi staccate ancora da terra. Eppure, la maggior parte del lavoro è stato compiuto.»
A cosa conduce?
Il paradosso degli obiettivi
Bisogna sapere che esistono mille e una differenti percezioni sulla finalità della meditazione. Inoltre, queste percezioni cambiano. Cambiano durante tutta la pratica. Il paradosso, ed è logico, è che più siamo principianti, più puntiamo o immaginiamo obiettivi irragionevoli, stravaganti, insignificanti, se non addirittura fuori luogo.
La spiegazione è semplice: i nostri obiettivi sono commisurati ai nostri attaccamenti e alla nostra cecità. Come potrebbe essere altrimenti? Se chiedete a un bambino di cinque anni di parlarvi dei suoi progetti per il futuro, di certo non vi aspettate che vi descriva la carriera verso la quale si sta dirigendo e con quali mezzi intende raggiungerla. La sua risposta potrebbe essere più simile a:
- Quando sarò grande, la mia stanza sarà piena di dolci e cioccolatini, e mi comprerò tutti i giocattoli che voglio!
Al massimo potrebbe dichiarare di voler diventare commissario di polizia, cantante o astronauta. È esattamente come me, quando ho scoperto la meditazione:
Conoscendo a malapena la meditazione pensavo:
«Vado a trascorrere qualche anno in un monastero sull’Himalaya, e non appena raggiungo il Risveglio, torno a vivere con la mia ragazza!»
A quel tempo, se mi avessero detto che molto prima di questo, avrei dovuto rinunciare completamente al sesso, alle distrazioni, come la musica e il cinema, al comfort, e prendere l’abitudine di non mangiare più nel pomeriggio, di non avere più formaggio, pizza, cioccolato, e che dopo il pieno Risveglio non ci sarebbe più stato il minimo attaccamento a tutte queste cose, allora non c'è dubbio, avrei replicato che forse il Risveglio non era quello a cui stavo mirando.
Per dare uno schema, siamo troppo attaccati per concepire che la Z possa essere giusta per noi, quindi ci dirigiamo verso A. Una volta a A, siamo maturi per interessarci a B, e così via...
Immaginate di essere molto realizzati(e) nella meditazione. Provate una grande felicità a rimanere nella vostra casa di famiglia in campagna, a non fare altro che stare seduti(e) tutto il giorno di fronte alla tappezzeria scolorita di Paperino e Paperina della vostra infanzia.
Eppure, nella vostra giovinezza, fantasticate solo su piccoli monasteri di legno, sperduti in paesaggi di cartoline postali, degustando piatti esotici in un servizio in bambù laccato, e bevendo tè profumato al ritmo di gong dai suoni melodiosi e suggestivi.
Una caccia al tesoro che ti fa correre tutto intorno alla terra fino a scoprire che il tesoro... si trova a casa vostra! O più precisamente: in voi.
Forse è meglio interessarsi ai vantaggi della meditazione piuttosto che ad uno scopo preciso? Troverete un elenco di alcuni di questi vantaggi nell’ultimo paragrafo della pagina sul momento presente.
Perché non parli mai del nirvana, il fine ultimo della meditazione?
Il fine ultimo
Se qualcuno vuole andare al mare, non è parlandogli del mare che gli saremo d'aiuto, quindi preferisco semplicemente indicargli la prima strada da percorrere dal punto in cui si trova. E per quanto riguarda il fine ultimo della meditazione, non ho una foto da mostrarvi. Non esiste alcuna spiegazione mentalmente accessibile, è un po' come parlare di rosso a un cieco dalla nascita. E se questo può rassicurarvi: molto prima di arrivare a quel punto, inizierete a disinteressarvene. Allora che senso ha stressarsi?
Tutto questo per dire che non è utile avere un obbiettivo. Ancora una volta, dall’inizio alla fine, ciò che conta è rimanere nel momento presente. Qualunque siano le vostre capacità e i vostri interessi, non saprete mai in anticipo cosa vi aspetta lungo il cammino. Come dice il proverbio: Chi vivrà vedrà!
In uno dei monasteri in cui ho soggiornato in Birmania, un vecchio monaco mi ha raccontato che era venuto ad isolarsi lì al solo scopo di sfuggire all’alcol. Non si curava della meditazione, ma sapeva che lì almeno non avrebbe trovato nessuna bottiglia. Siccome si annoiava, pensò che un po' di meditazione gli avrebbe fatto passare il tempo. Oggi, ha raggiunto diversi jhãnas, che sono tra le più alte realizzazioni spirituali.
A proposito di meditazione
Per concludere, ecco alcune idee chiave sulla meditazione.
Qualunque sia il tipo di meditazione che praticate, l’essenziale è ridurre per quanto possibile le energie negative (di cui le emozioni fanno parte) e coltivare la vigilanza. Così facendo, qualunque sia il vostro obbiettivo (o la vostra mancanza di obbiettivo), siete sicuri(e) di orientarvi nella giusta direzione.
La meditazione è più efficace di una medicina, più interessante di qualsiasi distrazione, ed è gratis!
Qual è il modo migliore per staccarsi? Vedere le cose una a una, a pezzi staccati.
Avete dei dubbi sulle vostre capacità? Non sottovalutate mai ciò di cui la vostra mente è capace.