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Cos'è l'ego, questa cosa senza esis­tenza, ma alla quale noi ne attri­buiamo tanta? Come si forma l'immagine di sé? Che cosa sono i pensieri? Cosa significa libertà?

Poiché la teoria non è sufficiente, imparate e applicate il modo effi­cace per pulire la mente dalle ten­denze offus­canti dell'ego.

Suggerimento
Non dimenticate di meditare. Se leggete gli arti­coli di questo sito senza pra­ticare, è come se pian­taste dei semi senza annaf­fiarli.

Lʼego

Che cos'è?

L'ego è una cosa così naturale e, tuttavia, così artificiale allo stesso tempo!

Pura illusione?

Per voi, il vostro ego è come l'aria: non lo vedete, ma è onni­pre­sente. Ne siete total­mente dipen­denti e ve ne avva­lete costan­te­mente. Anche se, esso non fa altro che soffocarvi, limi­tarvi, offuscarvi, trascinarvi nella paura, nella confu­sione, nella frus­tra­zione, nella miseria…

Sì, l'ego è quella macchina che produce tutta l'esis­tenza illu­soria che perce­pite, tutti i pro­blemi che incon­trate, senza la minima ecce­zione. E quella macchina, siete voi. E voi, o più esat­ta­mente quello che con­si­de­rate come "voi", è proprio l'ego! Disfarsi dell'ego non è dunque un compito facile, poiché si tratta di disfarvi di voi stessi!

Non avete ancora capito bene cos'è l'ego? Ogni volta che considerate le cose come io sono… o …è mio, è l'ego all'opera. Da non confondere con l'egoismo, che è un compor­ta­mento negativo, basato sull'illu­sione dell'ego e rafforzato dal desi­derio. Per quanto riguarda l'orgoglio, è una sorta di esten­sione dell'ego, che consiste nel dare più valore a se stessi. Diffe­renza tra ego e mente? A seconda dell'uso, a volte sono sinonimi. Oppure, la mente indica il senso cogni­tivo che perce­pisce, pensa, reagisce…

ego
Tutto ciò che vi fa credere di esistere.

Kassinu il detrattore

Beh, io preferisco esistere. L'annienta­mento, non fa per me!

Come annientare ciò che non esiste? Comunque, capisco la tua reazione; a cosa si può essere più attac­cati che all'idea di un io?

Kassinu il detrattore

Allora, chi è che è cosciente, chi è che pensa, chi è che sgobba?

Nessuno. C'è solo una sequenza di istanti di cos­cienza che si susse­guono, come le imma­gini di un film. A parte questo, non c'è niente. Guar­dando un film, si riesce a piangere, a ridere, a tremare dalla paura, ad odiare i perso­naggi… Quindi, imma­gina quando si tratta del film della nostra testa che si estende a tutte le nostre perce­zioni! L' io non è che un flusso di percezioni il cui insieme è un fantas­tico trompe-l'œil, o piut­tos­to un trompe-la mente.

Il più delle volte, ci identi­fi­chiamo con com­bi­na­zioni di sensa­zioni fisiche o modi di pensare. Le pren­diamo per "io". Tuttavia, a parte le sensa­zioni e i pensieri, cos'altro c'è?

Metafora del flusso del fiume

Cos'è un fiume, se non un flusso di gocce d'acqua? Inoltre, nel giro di pochi giorni, tutte queste gocce saranno sosti­tuite da altre. E attraverso l'evapo­ra­zione, i venti e le nuvole, queste gocce flui­ranno in altri fiumi del pianeta.

Sollievo

Comprensibilmente, l'idea di non esistere può spa­ventare. Quando si perde tutto e tutto va male, per esempio, il proprio è l'unica cosa che ci resta. Ma se tutto va male, è proprio perché ci attac­chiamo a questo . Quando rius­ciamo a intra­ve­dere che l'ego non è altro che la più grande delle illu­sioni, avver­tiamo un indes­cri­vi­bile sollievo. E poi state tran­quilli: se non c'è un "voi", non c'è neanche un "loro". In un certo senso, non c'è nessuno sulla Terra!

Kassinu il detrattore

Pfff! Quello che dici, non ha senso. Che ne dici dell'aura?

Ciò che chiamiamo "essere vivente" è un insieme molto complesso di energie con corpi eterici, e ogni sorta di cose di cui non abbiamo la minima idea. Ciò non preclude che in mezzo a tutto ciò ci possa essere un nucleo sos­tan­ziale ed immu­ta­bile. Anche nel vostro corpo, nessuna parte può essere defi­nita come voi. Che si tratti di ossa, di cervello o persino di cuore, non è altro che un agglo­merato di cellule.

Notate bene:
Se quest'idea della non esistenza di un io vi sembra compli­cata da accettare, non preoc­cu­pa­te­vene parti­co­lar­mente. Ciò non impedirà di svi­lup­pare qualità sagge.
Gli Uomini nascono e rimangono ego

— Le persone sono tutte uguali?
— Ahimè, sì, sono tutti molto ego, il che genera molte diseguaglianze.

Scappatoia

Ora ho una buona notizia da condivi­dere con voi: c'è un modo semplice per sfuggire velo­ce­mente dall'influ­enza dell'ego. Forse pensate che sto nuova­mente per darvi il mio consi­glio prefe­rito, che consiste nel rima­nere nel momento presente?

Se sì, avete perfettamente ragione! Infatti, rima­nendo cosciente nel momento pre­sente, e quindi di tutto ciò che accade, la mente perce­pisce solo la realtà. Per questa buona ragione, non riesce a riconoscere l'"io", ma solo gli stati mentali condi­zio­nati e imper­so­nali che non fanno altro che "scorrere". Perce­pisce solo "gocce", ma nessun "fiume".

La credenza nel è solo un breve pensiero che si ripete. E come sapete, non appena un pen­siero appare, non siete più nel momento presente, e di conse­guenza, ecco che si apre la porta alle illu­sioni. Bisogna dar prova di grande discer­ni­mento per pensare senza cadere nell'illu­sione.

Vedere le gocce una ad una

Continuamente, ci lasciamo traspor­tare da flussi di concetti e anne­ghiamo in vortici di illusioni. Inte­ra­giamo in base alle costru­zioni mentali che abbiamo imma­gaz­zi­nato nel corso della nostra esis­tenza e non in base alle cose come sono. Una visione, un suono, un odore, ci immer­gono in un ricordo o in un'idea. Ogni perce­zione evoca cose che sono prive di esis­tenza propria.

Per questo motivo, organizziamo tutta la nostra vita su un'illu­sione, sul vuoto, sulla finzione. Conser­viamo ricordi morti, ci proiet­tiamo in un futuro irrag­giun­gi­bile come la carota dell'asino, oltre ad essere total­mente incerto. Il passato e il futuro sono lo spazio vir­tuale nel quale si formano le nostre consi­de­ra­zioni, giudizi, abitu­dini, paure, credenze, attac­ca­menti, tutto ciò che crea la nostra insod­dis­fa­zione. In questi casi, si tratta di assem­blaggi, di agglo­merati, di asso­cia­zioni. Ed è proprio questo il nocciolo del problema.

Il saggio considera le cose separata­mente, vede il mondo in pezzi staccati. In ogni istante, sa che non c'è un fiume, ma gocce che scorrono. Non essendo trasci­nato in nessun vortice, non annega.

Un esempio concreto?

Fa caldo, l'aria condizionata è spenta. Qualcuno vedrà un oceano. Penserà: «È colpa della società! Non ci dà abbas­tanza soldi.»

Qualcun altro vedrà un fiume. Penserà: «Se tutti lavo­rassero in questa famiglia, non sarebbe neces­sario rispar­miare sull'elettri­cità.»

Qualcun altro vedrà un secchio d'acqua . Penserà: «Se solo ci fosse un po' di vento!»

Un saggio vedrà solo una goccia. Sentirà solo una piccola goccia di sudore che scivo­lan­dogli sulla pelle gli fa il solletico.

L'immagine di sé

Cosa può esserci di più tenace dell'imma­gine di sé?

  • Attento a chiunque osi pensare male di me!

Riuscite ad immaginare fino a che punto può condurci il nostro offus­ca­mento? Attac­carci al riflesso di qual­cosa che non esiste! Anche se sappiamo che l'imma­gine che abbiamo di noi stessi è solo un'illusione oppri­mente, se questa viene mal­trat­tata, il nostro primo istinto sarà quello di difen­derla con un contrat­tacco, una retti­fica, o almeno, di provare un senso di sopraf­fa­zione.

Se invece la nostra immagine viene valorizzata, sarà una sensazione di euforia - altrettanto nefasta - ad impa­dro­nirsi della nostra mente. Per procedere verso il miglio­ra­mento, ciò che il saggio desidera, al contrario, è che gli si indi­chino i suoi difetti.

Proverbio arabo
Chi ti elogia ti uccide.

L'immagine di sé esprime chiaramente tutto il pericolo e l'assur­dità dell'ego nell'origine di molti con­flitti. Per capire come quest'ul­timo opera per mante­nere la propria immagine, basta osser­varlo: persevera ins­tan­cabile nel suo desi­derio di avere ragione, di dimos­trarlo, di sentirsi supe­riore, di far sapere ciò che pensa, ecc. Per questo motivo emer­gono molti stati mentali nefasti. Tra cui:

  • l'orgoglio
  • la fierezza
  • la collera
  • la gelosia
  • la paura
  • la timidezza
  • la bramosia
  • l'insoddisfazione
  • l'impazienza
  • la frustrazione
  • la tristezza
  • il dubbio

Da insensato che è, disposto a fare qual­siasi cosa per gonfiare la propria immagine di sé, l'ego ricorre a una manovra che è meglio non rendere nota agli animali, perché diven­te­remmo lo zim­bello del mondo. Inserisce il materiale. Sì, l'ego utilizza il possesso di beni mate­riali per valo­riz­zare la propria immagine. Anche i beni ottenuti senza sforzo non fanno diffe­renza per l'ego, quindi non è una questione legata alla capacità di ottenere.

Sappiamo che il possesso è un concetto errato (non posse­diamo nemmeno la nostra mente) e i fisici ci dicono che la materia è prima di tutto vuota. Così, siamo miraggi che impiegano il vuoto per dare ad altri miraggi una bella imma­gine di qualcosa che non esiste!

Quanti riescono a non cedere a un senso di impor­tanza quando dispon­gono di una certa ric­chezza? E al contra­rio, quale povero è rispar­miato dal senso di inferiorità? Bisogna aver già fatto qualche rinuncia per sentirsi perfet­ta­mente a proprio agio in mezzo a gente ben vestita, mentre si è scalzi e vestiti come un mendi­cante.

Eckhart Tolle spiega che l'ego tende ad equi­parare l'avere all'essere. Così più "abbiamo", più "siamo".

Eckhart Tolle ha detto:
L'opinione che l'ego ha del vostro valore personale è nella maggior parte dei casi asso­ciata al valore che avete agli occhi degli altri.

Il paradosso, naturalmente, è che più un indivi­duo si disin­teressa dell'imma­gine di sé e del suo egoismo, maggiore è la proba­bi­lità che abbia una buona repu­ta­zione. Per stare lontano dal buco nero dell'ego, è neces­sario seguire un sen­tiero ritenuto nobile dai saggi, la cui diffi­coltà prin­ci­pale risiede nel fatto che va contro ogni racco­man­da­zione che abbiamo l'abi­tudine di ascoltare nella nostra vita (sco­las­tica, profes­sio­nale, senti­mentale…):

  • lasciare andare
  • abbandono
  • inattività
  • stare fermi
  • contentezza
  • rinuncia
  • destrutturazione
isi Dhamma ha detto:
Lego è un gioco da montare.
L'ego è un "io" da smontare.

I pensieri

I pensieri sono il combustibile dell'ego. Niente pensieri, niente ego! Per convin­cervi, cercate di essere cos­cienti del vostro io senza il minimo pensiero… Natu­ral­mente, il pensiero serve anche a riflet­tere e a compiere buone azioni.

Come forse sapete, il pensiero è un processo psi­chico di aggregazione di idee, basato sui cinque sensi fisici e su concetti.

Il pensiero non è altro che una fabbrica­zione arti­fi­ciale, come uno scrit­tore che usa le parole per scri­vere una favola. Questa è un'ulte­riore prova che l'ego non può avere un'esis­tenza propria. Ognuno di noi è solo il perso­nag­gio che crea. Ognuna delle nostre vite è solo la storia che scrive. Il problema è che una storia non è mai priva di miseria.

miseria
Incapacità di provare una piena soddis­fa­zione duratura. Esposi­zione più o meno fre­quente a problemi e soffe­renze più o meno gravi.

Fintanto che la mente rimane sotto l'influ­enza dei veleni mentali, la miseria regna sovrana. Perché i veleni fanno passare l'indesi­de­ra­bile per desi­de­ra­bile e il desi­de­ra­bile per inde­si­de­ra­bile. L'unico modo per uscire dalla miseria è uscire dalla storia (non dalla vita, ma dal mondo delle idee).

Perché sì, noi creiamo la nostra miseria! Se avete dei problemi, l'universo non ne può niente! Né la società, né i politici, né il vostro datore di lavoro, né zia Elena. Se provate dell'insod­dis­fazione, qua­lunque essa sia, la causa prin­ci­pale può tro­varsi solo in voi, nella storia che inven­tate da sempre, e di cui il vostro ego è l'eroe.

Facciamo un esempio un po' estremo. Un uomo vi picchia e vi ruba il porta­fo­glio. Se provate dell'insod­dis­fa­zione per questo (a parte il dolore per i colpi), l'aggres­sore ne sarà ovvia­mente una causa, ma la causa principale sarà in voi. Se non rius­cite ad accon­ten­tarvi della feli­cità della piccola goccia del momento presente, è pro­ba­bile che la vostra macchina del pensiero produrrà una cascata di pensieri che veico­le­ranno miriadi di emozioni negative.

Sappiate dunque che chi disprezza il proprio ego vive in armonia con gli elementi, e che nella situa­zione sopra des­critta sarebbe stato libero da ogni risen­ti­mento, quindi senza miseria. È anche inte­res­sante notare che un tale essere, con la sua sana dispo­si­zione mentale, gene­re­rebbe energie pure, grazie alle quali le proba­bilità che si produ­cesse un tale evento sareb­bero state consi­dere­vol­mente ridotte. Inoltre, evi­te­rebbe di uscire nelle zone e nelle ore in cui le proba­bi­lità di subire aggres­sioni sono maggiori.

Il che ci riporta all'argomento sottinteso in tutto questo paragrafo sul pensiero: I pensieri veico­lano tutta la nostra miseria: la soffe­renza morale, come l'in­quie­tu­dine, la tris­tezza, il malessere, l'avidità, l'ecci­ta­zione, il malcon­tento, la confu­sione... In breve, l'insieme delle insod­dis­fa­zioni. Penso quindi soffro.

Kassinu il detrattore

I pensieri portano anche felicità.

Mi aspettavo che facessi questa afferma­zione! No, sono i desideri che si pensano. E tali pensieri portano ecci­ta­zione. La feli­cità non si pensa, si vive. Le persone che meno pensano - ed è logico - sono le più felici. Per la cronaca, la felicità è un sollievo dovuto a una tregua dall'atti­vità mentale. Quando provate una felicità auten­tica, state pensando, o approfittate sem­pli­ce­mente e pie­na­mente di un momento di felicità?

La libertà

Liberatevi da voi stessi

Per comprendere la libertà, bisogna com­pren­dere cosa la ostacola. Come abbiamo visto, l'ego è solo uno stra­ta­gemma per conti­nuare a renderci schiavi della mente.

Matthieu Ricard ha detto:
La libertà interiore è prima di tutto la libe­ra­zione dalla ditta­tura dell'"io" (…) Non si tratta di mollare il timone, spiegare le vele al vento e lasciare andare la barca alla deriva, ma dobbiamo fare rotta verso la desti­na­zione pres­celta.

Il problema principale non è che l'"io" ci impone la sua volontà, ma che siamo convinti di essere lui. In questo modo cre­diamo di essere un'entità immu­tabile. Questo è il più grande errore di ogni essere non rea­liz­zato. Da questo errore ha origine il più pro­fondo dei nostri attac­ca­menti: la sensa­zione di esis­tere. Il buddismo parla di desiderio di esistenza.

Ciò che sembra paradossale è che dob­biamo accet­tare proprio l'idea di non esis­tere per poter vivere libe­ramente.

Emil Cioran ha detto:
Essere liberi è esercitarsi a non essere niente.

In altre parole, dal momento in cui volete essere o avere qualcosa, vi state mettendo in pri­gione. E più forte sarà il vostro ego, più voi sarete vulne­rabili e mise­ra­bili. Basta insul­tare (senza motivo) una persona per avere un'idea, in base alla sua reazione, di quanto sia impri­gionata dal proprio ego.

All'idea di non volere più, le menti ansiose smet­tono di preoccu­parsi per i loro bisogni. Non è neces­sario volere per otte­nere il soddis­fa­ci­mento dei nostri bisogni primari. Inoltre, meno ce ne preoccu­piamo (con una mente rivolta al distacco), e più ver­ranno soddis­fatti in modo natu­rale. Lo spiri­tuale ha pieno potere sul mate­riale, non il contrario. L'espe­rienza potrà sempre dimos­trar­velo.

Siate spettatori

Nel grande palcoscenico della vita, tutti noi inter­pre­tiamo un ruolo. Quando diven­tiamo semplici spetta­tori, troviamo una grande libertà. Tutto quello che dobbiamo fare è siste­marci comoda­mente in pol­trona e contem­plare lo spettacolo che scorre davanti a noi. Non vale più la pena di inse­guire i ruoli princi­pali, di stan­carsi tra drammi e commedie, sbal­lot­tati tra critiche e applausi.

Purtroppo, non è così facile abban­do­nare il proprio ruolo, l'ego ci tiene più di ogni altra cosa, perché lui è il ruolo. Ma se lo desi­de­rate since­ramente, ci riuscirete. Ci vuole tempo, ma non è così diffi­cile come a volte si tende a credere. Ricor­date che è tutta una ques­tione di lasciar andare. L'impor­tante è comin­ciare, e poi conti­nuare. La cosa inco­rag­giante è che più ci si libera e meglio vanno le cose.

La considerazione

Accettare di non esistere include de facto il fatto di non attri­buirsi più alcun valore. Se appli­cate questa mera­vi­gliosa pratica del dis­tacco, il vostro rapporto con gli altri ne risul­terà radi­calmente tras­formato. Di solito, una persona consi­dera gli uni e gli altri in modo molto diverso, non è vero? Il suo compor­ta­mento sarà diffe­rente, nei con­fron­ti di un inter­lo­cu­tore, in base alle sue carat­te­ris­tiche, come:

  • l'età
  • il sesso
  • il rango (grado gerarchico o classe sociale)
  • il tipo di rapporto (amicizia o famiglia)
  • il fisico
  • il carattere
  • la qualità della relazione

Riuscite ad immaginarlo? Con una mente senza ego (o quasi), ogni mente verrà percepita per quello che è: una mente neutrale. Con essa, inte­ra­girete senza alcun ruolo da inter­pre­tare, senza alcuna qualifica, senza alcun secondo fine, senza alcuna emozione (imbarazzo, paura, timi­dezza, irri­ta­zione, insoddis­fa­zione, noia, disprezzo, repul­sione, desi­derio, gelosia, confu­sione…). E poiché la vostra mente sarà vuota, avrà tutto lo spazio per far entrare atti­tu­dini sane (bene­vo­lenza, com­pas­sione, gioia per la felicità altrui, pace, pazienza, gene­ro­sità…). In altre parole, avrete la mente libera!

Nota importante
Gli stati mentali malsani sopra citati sono talvolta così consueti che non siamo nemmeno più consa­pevoli della loro presenza.

Gli stati mentali sani sopra citati sono talvolta così inconsueti che possono sem­brarci più o meno forzati. Da una mente libera, sono sempre perce­piti come pura felicità, perché non sono né offus­cati, né soffo­cati dall'ego.

Pulizia

Avete di meglio da fare?

Per diventare una persona sana, equilibrata e spiri­tualmente rea­liz­zata, è neces­sario sottoporre la propria mente ad una pulizia profonda.

Nel mondo, quasi nessuno si dedica a tale pulizia. La ragione è semplice: quasi nessuno ne perce­pisce l'impor­tanza. Tutti pensano di avere di meglio da fare. Per quale motivo? Perché non hanno idea del potere di sollievo, di feli­cità e di pace che una tale pulizia procura. Se si potesse dare una dimos­tra­zione, un assaggio, un accenno, anche le persone con gli ego più incal­liti non tarde­reb­bero a diven­tare dei dili­genti medi­tatori.

Metafora della doccia inestimabile

Venite rapiti(e). Vi tengono prigio­nieri in uno scan­ti­nato molto sporco in cui vi è cattivo odore, umidità e polvere. Vi danno da mangiare, ma siete privati(e) della possi­bi­lità di fare la doccia.

Con il passare dei giorni, la spor­ci­zia vi ricopre e la man­canza di igiene vi provoca vari dis­turbi. Dopo qualche mese, cominciate ad abi­tuarvi. Dopo quattro anni, quando vengono a libe­rarvi, la vostra condi­zione, sporca e mala­tic­cia, vi sembra del tutto normale.

Dopo alcune buone docce e un buon recupero, fati­cate a credere che sia possi­bile sentirsi così bene, puliti(e), leggeri(e), vivaci ed energici(che).

Se la vostra agenda è così fitta come quella di un capo di Stato, vi direte:

  • Non ho proprio tempo. In futuro, forse.

State tranquilli, non è necessario sot­trarre un solo momento al vostro tempo per effet­tuare questa pulizia. Se farete una pausa per pren­dervi un po' di tempo, allora non avrete più nulla da pulire.

Ciò che bisogna pulire sono proprio tutte le impu­rità che si insi­nuano nel cuore della vostra vita quoti­diana, attra­verso tutte le vostre inte­ra­zioni, inten­zioni, com­por­ta­menti e pensieri.

Quando pulire?

Spero che leggiate attentamente… Questa pulizia richiede vigilanza cosciente di base e brevi rifles­sioni ben mirate. Può, e col tempo dovrebbe, esten­dersi a tutto il vostro tempo di veglia. Come potete consta­tare, ciò che viene richiesto non ha i presup­posti per stra­vol­gere la vostra agenda. Anche in una profes­sione di rifles­sione e di concen­tra­zione, i momenti cru­ciali sono tempo­ranei, mentre i pensieri super­flui abbon­dano. E comunque, la pulizia inte­riore vi porterà grandi bene­fici, qua­lunque cosa facciate.

Prima di entrare nei dettagli, teniamo conto di alcuni punti…

Pulizia integrale

L'ego è capace di accontentarsi di pochissima polvere per soprav­vi­vere. Se siete deter­mi­nati(e) a pulire la vostra mente, non dovete tolle­rarne alcuna traccia. Siate più forti di lui!

Siete un(a) principe(essa) adulato(a) (sì, è meglio che essere tenuti in pri­gionia in uno scan­ti­nato) e pagate una fortuna per allog­giare nella camera padro­nale di un palazzo repu­tato perfetto. Vi accor­gete che della polvere è stata nascosta sotto un tappeto. Come percepite la qualità del servizio (anche se il resto è impec­ca­bile)?

Lavorate su tutte le vostre imper­fezioni. Natu­ral­mente, all'inizio, non sarete in grado di essere consa­pe­voli della maggior parte di esse. Per le altre, se le notate, significa che siete in grado di lavo­rarci sopra. Quindi, per favore, non dite:

  • Oh, questo, mi arrendo, non sono pronto(a), me la prenderò comoda.

Con un simile atteggiamento mentale, svilup­pe­rete una pratica limitata alla super­fi­cia­lità. Quindi, quando in voi notate un atteg­gia­mento mentale model­lato dall'ego, ricor­date a voi stessi che non bisogna mettere la polvere sotto il tappeto.

Cambiamenti successivi

È un fatto noto: l'ego odia i cambiamenti. Obbliga a cambiamenti continui per ogni singola cosa che perce­pisce, ma si rifiuta di cambiare il proprio compor­ta­mento. Riflet­te­teci quando vi sentite titu­banti ad adottare un'abi­tu­dine più sana, anche se può sembrare meno diver­tente. Tenete anche presente che la realiz­za­zione spiri­tuale passa ine­vi­ta­bil­mente attra­verso il cambia­mento.

Se riuscirete ad impegnarvi seria­mente in questa pulizia della mente, avver­ranno cambia­menti più o meno impor­tanti, special­mente nel vostro stile di vita. Le vostre nuove abitu­dini vi spinge­ranno ad abban­do­nare alcune atti­vità. È il modo migliore per rinun­ciare; suffi­cien­te­mente maturo, il frutto cadrà da solo.

Che cada ciò che deve cadere. Ogni pezzo di terreno gua­da­gnato sull'ego è un pezzo di luce in più.

Flessibilità

Non c'è posto per la forzatura nella pulizia. Quando vi accorgete che l'ego è all'opera, non cos­trin­ge­tevi ad agire al contrario. Non fareste altro che dargli più forza, perché la cos­tri­zione alimenta rigi­dità e illusione.

Bisogna osservare il processo, in modo da essere consa­pe­voli di ciò che alimenta l'ego. Quando lo si perce­pisce, il lasciare andare diventa naturale.

Metafora del gatto di strada

Non si può impedire al gatto di fare a pezzi il vostro sacco dell'im­mon­di­zia tiran­dolo per la coda. Se non lasciate i rifiuti ali­men­tari nei sacchi dell'im­mon­di­zia, il gatto non verrà più.

Il caso

Il caso è un'illusione. La conoscenza aiuta molto. Tutto ciò che accade nella nostra vita, fin nei minimi dettagli (situa­zioni, problemi, sbagli, pensieri, sogni, ecc.) ha una ragione, un'utilità ben precisa. Esserne consa­pe­voli ci aiuta a lavorare in modo effi­ciente sulla nostra realiz­za­zione interiore. Perché sì, tutte queste micro-cose che ci accadono sono esatta­mente ciò su cui dobbiamo lavorare.

La vita è solo uno strumento di perfe­zio­na­mento. Cos'altro altri­menti? Quando, per esempio, contri­buiamo a rendere il mondo un posto migliore, le azioni inte­res­sate contano per se stesse. Ci saranno sempre menti negative a tirare la corda dall'altro lato. Come dice il prover­bio: «Dovunque Dio ha la sua chiesa, Satana ha la sua». In ogni caso, il modo migliore per miglio­rare il mondo è quello di miglio­rare se stessi.

Immaginate un mondo perfettamente ben orga­niz­zato, dove tutto è equo, dove a nessuno manca niente. Che senso avrebbe vivere, se non ci fosse più niente da miglio­rare, più niente da ottenere, più niente da aspet­tarsi? Senza avidità o avver­sione, non ci sarebbe più niente su cui lavorare. Senza ignoranza, non ci sarebbe più niente da cercare di comprendere.

La vita non serve per essere vissuta, è un'oppor­tunità di libe­razione.

Come pulire?

Attenzione!
Paragrafo chiave per lo svi­luppo spiri­tuale. Da leggere piut­tosto due volte che una.

Caccia all'ego

Ecco dunque come si svolge la pulizia della vostra mente…

Come base, mantenete al massimo la vigilanza sul momento presente (VIP), che consiste nell'essere piena­mente coscienti nel momento, e sono sicuro che l'avete già resa la vostra priorità, sia al lavoro che in privato. Come un abile guardiano che non lascia passare nessun clan­des­tino, prati­ca­mente dovete scan­sio­nare tutto ciò che entra nella vostra mente.

Piuttosto che alle sensazioni fisiche, si darà la prio­rità alle sensa­zioni mentali e, in parti­co­lare, alle reazioni. Per essere precisi, la pulizia si basa essen­zial­mente sulle rea­zioni gene­rate dalle inte­ra­zioni con gli altri.

Osservate scrupolosamente come, in ogni situazione, l'ego agisce. Eser­ci­ta­tevi a vedere in detta­glio tutti i pensieri che si susse­guono dopo un evento. In questo contesto, un evento è tutto ciò che può farvi reagire: un rumore, un odore, la vista di una persona, una parola, una situa­zione, ecc. Questi pensieri possono essere rapidi, appena per­cet­ti­bili, in sotto­fondo, ed essere rea­zioni di reazioni di reazioni…

Non c'è niente da cercare, ma solo prendere le cose come sono. È sem­pli­ce­mente una ques­tione di volontà della coscienza. Non ci sono vere e proprie diffi­coltà, ognuno pulisce al proprio ritmo e secondo il proprio livello.

Quando si individua una reazione tipica (per esempio: un'osservazione sarcastica e vi offendete), si osserva ancora di più. Lo stru­mento di cui avrete più bisogno è l'accet­ta­zione, la vera chiave della saggezza! Ogni volta che si presenta un'avversità – anche piccola –, applicate-la nel miglior modo possi­bile.

Accettazione

Accettazione significa non solo accettare che qualcuno possa giudi­carvi male, ma anche accettare la vostra irri­ta­zione che può comunque emergere. In questo caso, osser­va­tela e cercate di capire perché si è svilup­pata. Con questa pratica, capi­rete quanto sia inutile forzarvi e che la pulizia si farà da sé, attra­verso l'accet­ta­zione e l'osservazione. A poco a poco, vedrete quanto sia mera­vi­glioso lasciar andare il vostro ego. Non solo le situa­zioni spia­ce­voli diven­te­ranno rare, ma quando si veri­fi­che­ranno, non avranno nemmeno più effetto su di voi!

Suggerimento

L'accettazione riguarda sia il disagio fisico che mentale. Se una zanzara vi punge, ponete la vostra atten­zione su questa piccola sensa­zione, mentre osser­vate le reazioni mentali che, in tal caso, non man­che­ranno di mani­fes­tarsi.

Passaggi

Torniamo alla pulizia, se siete d'accordo. Si esegue in diversi passaggi, proprio come biso­gne­rebbe pulire in più riprese dello sporco ben incro­stato. Così, armati(e) di vigi­lanza e accet­ta­zione, ogni volta che si veri­fica un evento, sarete in grado di pro­gredire seguendo i seguenti passaggi:

  1. Presa di coscienza, dopo il fatto, della reazione (negativa).
  2. Presa di coscienza del fatto, ma la reazione rimane la più forte.
  3. Normalmente, la reazione ha inizio, ma si interrompe non appena vi è la presa di coscienza.
  4. La reazione rimane mentale (non ci sono più gesti, più parole).
  5. Persiste soltanto una sensazione leggera.
  6. La reazione non ha più alcun motivo di esistere.
  7. Questo vuoto sarà naturalmente colmato da atti­tu­dini sane, come la bene­vo­lenza.

Talvolta riemergeranno dei riflessi della rea­zione, ma saranno irri­le­vanti. La felicità (che è un sollievo, ricor­date) che andrà a sosti­tuire le vostre mini-reazioni malsane a volte assu­merà la forma di compas­sione, verso coloro che nutrono osti­lità verso di voi (o verso gli altri), perché li vedrete chiara­mente sotto l'influ­enza del loro ego.

Assenza del caso

È meraviglioso come sono fatte le cose, persino magico! Per ognuno di noi, gli eventi - cioè tutto ciò che ci accade - sono fatti su misura; corris­pon­dono proprio a ciò su cui dobbiamo fare pratica.

Gilles Gandy ha detto:
Tutto ciò che ci accade di spiace­vole ha un solo scopo: quello di risve­gliarci.

Inoltre, e lo verificherete di persona durante questa grande pulizia, c'è la natura ricor­rente degli eventi. Finché un'avver­sità viene schivata o rimane irrisolta, vi si ripre­sen­terà, come una fattura non pagata. Una volta affron­tata, l'avver­sità non insi­sterà più. Non è magni­fico? Non c'è niente da cercare, tutta la pratica di cui abbiamo bisogno è a portata di mano.

Raccomandazioni

Tutto è predisposto per ricompen­sare coloro che si dedicano all'onestà e all'umiltà. Quindi siate fidu­ciosi(e) ed entu­siasti(e) nella vostra pratica. Non siate come un uccello che non osa fare il suo primo volo e che di conse­guenza finisce per morire di fame nel suo nido. Affron­tate direttamente e total­mente tutto ciò che deve essere affron­tato, non abbiate mai paura di ricon­si­derare i vostri difetti. Accet­tate tutto ciò che, nel pro­fondo della vostra mente, vi appare pesante, imba­raz­zante, goffo, senza interpretare, né reprimere nulla.

Per aiutarvi ad accettare le situa­zioni senza avere reazioni negative, ricor­da­tevi che:

  • Non c'è il caso; vi meritate tutto quello che sperimentate nei minimi dettagli, tutto è fatto su misura per voi.
  • Il vostro ego non ha esistenza; esserne consa­pe­voli sosti­tuirà la rabbia con una grande sensa­zione di libertà e felicità.
  • Riconoscere i propri difetti è la più grande risorsa sulla via del pro­gresso.
  • La calma e la pazienza sono la base essen­ziale per avere reazioni positive.
Critiche

Gli italiani credono che criticare sia "italia­nissimo", i birmani credono che sia "molto birmano", ecc. Insomma, criticare è "molto interna­zio­nale".

È molto più vantag­gioso valo­riz­zare che sminuire. Quindi cercate di sosti­tuire le critiche negative con critiche positive. Se vi è impossi­bile lodare un aspetto, lodatene un altro. Ad esempio, tra A e B, invece di dire che A è grosso­lano, dite che B è raffinato.

Inoltre, grazie alla pulizia, se qual­cuno vi criti­cherà, vi diver­tirete tantis­simo, perché saprete che la sua visione è distorta, costruita sulle sue illu­sioni e che reagire nega­ti­va­mente contri­bui­rebbe sol­tanto a raffor­zare le sue opi­nioni. «Solo la verità fa male», dice il detto.

Conclusione

Nel corso di questo nobile addestra­mento, indi­vi­due­rete e pulirete in primo luogo cose che sono abba­stanza evidenti, come l'egoismo, la gelosia o la repul­sione. In seguito, questo diven­terà più sottile, come il desiderio di mostrare le vostre capacità, di essere rico­nos­ciuto o amato, di con­fron­tarsi con gli altri, o ancora, di dimos­trare a se stessi di essere "una brava persona".

Dopo una buona pulizia, le difficoltà possono persis­tere (dipende anche dal karma indi­vi­duale), ma diven­tano molto più inte­res­santi, la saggezza brilla, la conten­tezza diventa una seconda natura.

Metafora delle difficoltà presidenziali

Quando si sale di grado nelle cariche poli­tiche, da sindaco di villag­gio a capo di Stato, le diffi­coltà non cessano, ma i compiti, come i van­taggi, diven­tano più interes­santi (soprat­tutto se svolti corretta­mente!)

In certi periodi, meditare in soli­tu­dine, tran­quillo, appar­tato e ben isolato è molto pro­pizio, e anche neces­sa­rio, prima o poi. Tuttavia, questo non è suffi­ciente. La pulizia dai veleni mentali - di cui l'ego è il re - è indis­pen­sa­bile. Tutti gli esseri risve­glia­ti hanno affron­tato la cosa, senza eccezioni.

Da sola, questa pulizia interiore non può portare a ciò che Buddha chiama Nibbãna (che richiede nella fase finale la medi­tazione profonda), ma prepara il terreno come nient'altro potrebbe fare, riduce la miseria come un miliardo di euro non potrebbe mai fare e porta ad una com­pren­sione e ad una lucidità consi­de­re­voli come un QI di 300 non potrebbe mai fare.

Non c'è un altro modo per i monaci e gli altri rinun­cianti per addes­trarsi, monaci autentici, non appro­fit­ta­tori traves­titi da monaci (la pulizia aiuta anche a non essere più ingannati dalle appa­renze). L'unica diffe­renza tra loro e coloro che vivono nella società è che sono più avvan­tag­giati in questo percorso, per aver rinun­ciato all'espe­rienza fami­liare, al lavoro, alle rela­zioni sociali, al tempo libero, che perce­pis­cono come ostacoli sulla via della libertà.