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Cosa sono le emozioni? I pericoli del desiderio? I veli dell'illu­sione? Come ci si aggrappa a qual­cosa che non esiste?

E soprattutto: Quali sono gli antidoti a questi veleni della mente?

Suggerimento
Non dimenticate di meditare. Se leggete gli arti­coli di questo sito senza pra­ticare, è come se pian­taste dei semi senza annaf­fiarli.

I veleni mentali

Le emozioni

I veleni mentali, che costituiscono la materia prima del 100% della nostra soffe­renza, hanno origine da tre radici, che solo la medita­zione può distruggere.

Queste tre radici sono in un certo senso le tre emozioni primarie, para­go­nabili ai tre colori primari, che formano tutti gli altri colori. I buddisti chiamano questi tre coloranti psichici lobha, dosa e moha: il desiderio, il rigetto e l'illusione.

Ogni emozione o pensiero errato è tinto da una combina­zione di questi tre veleni della mente. Alcune emozioni coinvolgono tanto il desiderio quanto il rigetto, come la gelosia o la nostalgia.

Il vocabolario italiano a volte non è suffi­ciente per spiegare alcuni punti della dimen­sione spirituale. È il caso del desiderio, del rigetto e dell'illusione come radici dei veleni mentali, che spiegherò all'inizio di ciascuno dei loro rispet­tivi capi­toli. Questo vale anche per la parola emozione.

emozione
Nel nostro contesto, si tratta di qualsiasi stato mentale gene­rato da una reazione mentale impura (non importa quanto piccola possa essere).

Lo sapevate? Un'emozione è sempre negativa. Emozione negativa è quindi un pleo­nasmo. Una mente libera è quindi, a fortiori, libera da ogni emozione. In effetti, sarebbe inap­pro­priato affermare che una tale mente sia emotiva. L'emo­ti­vità è una debolezza che porta solo sofferenza.

Kassinu il detrattore

Che cosa pensi dell'amore, della grati­tudine, dell'umiltà? Sono anch'esse debolezze?

Non sono emozioni. L'amore e la gratitudine, come la compassione, la genero­sità o anche la tolle­ranza, sono sane dispo­si­zioni mentali. Molti parlano di emozioni positive, ma come accen­nato in prece­denza, il concetto di emotività presup­pone l'impurità. Una sana disposi­zione mentale, per defi­ni­zione, è libera da ogni impurità, sebbene possa essere mista a emozioni.

L'amore, che è pura benevolenza, è spesso, come proba­bil­mente saprete, mescolato, se non addi­rit­tura confuso, con il desiderio sensuale o (e) sessuale. Come fare la distin­zione? È molto semplice. Se la disposi­zione mentale è sana, siete in pace, interior­mente calmi, neutrali, felici, ma fuori dal raggio d'azione dei veleni mentali. Se la disposi­zione mentale è accom­pa­gnata da una vasta gamma di emozioni, come: la possessi­vità, la gelosia, la paura o addirit­tura la mancanza, allora è malsana, sotto il controllo dei veleni mentali.

L'umiltà, invece, non è un qualcosa. È solo un nome che diamo per indicare una mancanza di orgoglio e di ego. Indovi­nate chi genera l'ego? Sì, i veleni mentali, e in parti­colare l'illusione.

Chi fa di tutto per essere umile sbaglia. Tutt'al più creerà un'immagine di sé inter­pre­tando quel ruolo, che non sarà altro che un nuovo mezzo per coltivare l'ego. La procedura corretta è smasche­rare l'orgoglio ogni volta che è possibile e accettare piena­mente tutti i propri difetti! Questo è l'unico modo per coltivare l'umiltà.

Vediamo ora un po' più in dettaglio cosa sono questi tre veleni, responsabili di ogni nostra insoddis­fazione…

Il desiderio

Questo veleno, a volte chiamato desiderio, a volte chiamato avidità, è una forza mentale soggiogante caratterizzata dal fatto di volere, di puntare a qualcosa, di aggrapparsi.

Alcune emozioni e pensieri generati principal­mente dal desiderio:

  • desiderio
  • concupiscenza
  • avidità
  • bramosia
  • golosità
  • voyeurismo
  • passione
  • attrazione

I pericoli del desiderio

La caratteristica del desiderio, questo “volere per sé”, può sembrare una cosa quasi innocua. Per convincerci che non è così, basti pensare che, se solo questo veleno non esistesse nell'Uomo, tutta la Terra sarebbe in perfette condizioni, il mondo intero mangerebbe a sazietà – per giunta bio – e non ci sarebbe nessun conflitto, nessuna menzogna, nessuna tristezza, nessuno stress e quindi nemmeno nessuna collera (poiché il rigetto è il contro­bi­lan­cia­mento del desiderio), quindi nessuna insicu­rezza umana. Niente di meno! Ahimè (per gli attac­cati) o tanto meglio (per i distaccati), la ripro­du­zione sarebbe un dovere privo di sapore.

Il desiderio è molto pericoloso. In particolare, causa molte più guerre dell'odio. Quando si odia, si evita; quando si brama, si è pronti a tutto. Quando i giovani si battono, è raramente per puro odio, ma piuttosto per un guadagno: una ragazza, delle cose materiali, la repu­ta­zione… Allo stesso modo, quando un paese entra in guerra, non è quasi mai per puro odio, ma per bramosia: un territorio, una risorsa naturale, dell'oro, del petrolio…

L'augurio

Il desiderio non deve essere confuso con l'augurio, che può essere sano. Quando, ad esempio, parliamo di “desiderio di miglio­rarsi”, è solo un modo di dire. Si tratta, ovviamente, di un augurio di miglio­rarsi. In quanto veleno, il desiderio porta solo all'insod­dis­fa­zione, quindi è malsano. Un desiderio può, se realizzato in modo soddis­fa­cente, tradursi in piacere. Ma essendo la legge karmica perfetta­mente equa, ogni piacere genera un dispiacere equiva­lente (che apparirà a tempo debito). Inoltre, un desiderio nasce solo per mancanza di soddis­fa­zione. Una mente piena­mente soddis­fatta non può quindi conoscere il desiderio.

Arthur Schopenhauer ha detto:
Ogni desiderio nasce da una mancanza, da uno stato che non ci soddisfa; quindi è sofferenza, finché non è soddisfatto.

Desiderio + cecità

La nostra cecità, soprattutto quando siamo in preda a un desiderio, cresce e ci mostra solo il lato piacevole delle cose. Inoltre, tendiamo ad immagi­nare che questo piacere sarà costante, mentre non solo non dura a lungo, ma spesso è meno intenso rispetto alla gioia dell'attesa di rea­lizzarlo.

L'avidità (sinonimo di desiderio) ci immerge nella sofferenza non solo a causa di quanto appena detto, ma anche perché tende a molti­pli­care le energie negative, secondo un effetto domino. Inoltre, abituarsi a questi veleni interiori non aiuta a miglio­rare le cose. Più forte è l'avidità, più dolorose sono le sue conse­guenze: tristezza, collera, frustra­zione, agita­zione… E più grande è la ricerca del piacere e il disagio (a posteriori): mancanza, vergogna, noia, stanchezza…

Kassinu il detrattore

Io, ogni volta che voglio divertirmi, pago, tutto qui!

Con il tuo stipendio. Siccome non riesci ancora ad accontentarti di un capanno modesto e di un'alimen­ta­zione semplice e la tua mente è pervasa dal desi­derio di numerosi piaceri e comfort, sei costretto a lavorare ogni giorno per molte ore.

Leggere anche:
Il lavoro

Tuttavia, ci sono persone che lavorano con piacere pratica­mente sempre. Tali esseri, eviden­te­mente, sono quasi liberi dal desiderio, e quindi dall'ego­ismo. È solo quando il desiderio scom­pare che il vero benessere è possibile.

Kassinu il detrattore

Se si vuole vivere una vita piena di felicità, il prezzo da pagare è necessa­ria­mente altret­tanto disagio, giusto?

Piacere vs Felicità

Stai confondendo piacere e felicità. Questo tipo di confusione è comune e uno dei due termini viene spesso utilizzato al posto dell'altro.

Il piacere è malsano, è il risultato dell'attac­ca­mento, è un'eccita­zione dei sensi. Si basa sull'illu­sione.

La felicità è sana, è il risultato del distacco, è un'attenua­zione dei sensi. Si basa sulla realtà.

Kassinu il detrattore

Ma non c'è niente di più naturale che concedersi dei piaceri.

La natura non ha previsto la felicità

Fai come meglio credi. Solo che dedicarsi anima e corpo ai piaceri non ti porterà che infelicità, mentre la vigilanza consa­pevole nei confronti dei veleni mentali ti procurerà felicità incon­di­zionata. Almeno hai la libertà di scelta!

E quando dici “niente di più naturale”, stai insinuando che la natura è l'esempio da seguire? Fai una passeg­giata in campagna e osserva come funziona la natura: gatti che sgozzano roditori e uccelli, insetti che divorano i loro partner dopo l'accoppia­mento, serpenti che inghiot­tono cuccioli di coniglio, ecc.

La natura non si è formata con lo scopo di procurare felicità alle creature. Secondo i principi della genetica, l'unico obiettivo che è stato perse­guito nel corso dell'evo­lu­zione è stato quello di assicurare la ripro­du­zione, ad ogni costo. In altre parole, puoi scegliere di seguire i tuoi istinti naturali in un ciclo infinito di piaceri e dolori o di accedere alla libertà di una felicità duratura, attraverso la virtù, la consa­pe­volezza e il distacco.

Matthieu Ricard ha detto:

Allettanti a prima vista, i piaceri spesso si trasformano nel loro esatto contrario. L'impegno che un cammino spiri­tuale e il processo di liberazione dalla sofferenza richiedono, è seguito invece da una pro­gres­sione inversa. A volte è arduo all'inizio, ma poi diventa sempre più facile, stimolante e poco a poco si ha una sensa­zione di comple­tezza che niente e nessuno potrebbe distruggere.

Il rigetto

Spesso chiamata avversione o collera, è una forza mentale soggiogante caratterizzata dal rigetto, dalla fuga da qualcosa, dalla repulsione.

Alcune emozioni e pensieri generati princi­pal­mente dal rigetto:

  • rigetto
  • irritazione
  • collera
  • odio
  • disgusto
  • avarizia
  • vergogna
  • paura
  • angoscia
  • frustrazione
  • impazienza
  • tristezza

Il veleno del rigetto è l'esatto opposto di quello del desiderio.

Come abbiamo appena visto, più desideriamo, più siamo frustrati. Allo stesso modo, più odiamo, più veniamo respinti.

Se vi trovate di fronte a una persona malevola nei vostri confronti, così come usereste l'acqua invece del fuoco per spegnere un incendio, sarebbe meglio mostrare bene­vo­lenza nei suoi riguardi, piuttosto che odio, che non farebbe altro che peggiorare la situa­zione; la vostra quanto la sua!

Gandhi ha detto:
“Occhio per occhio, dente per dente” e il mondo intero diventerà presto cieco e sdentato.

Chi fa del male è il primo a soffrirne. E peggio ancora, spesso ne facciamo a noi stessi, incons­ciamente.

Eckhart Tolle ha detto:
Molte persone sono il peggior nemico di se stesse.

L'illusione

Questo veleno, spesso chiamato illusione, talvolta ignoranza, è una forza mentale monopolizzante carat­te­riz­zata da una visione della realtà errata, distorta o incompleta.

Alcuni stati mentali e pensieri generati princi­pal­mente dall'illusione:

  • ignoranza
  • superstizione
  • esitazione
  • orgoglio
  • fierezza
  • disprezzo
  • confusione
  • ingenuità
  • dubbio
  • incomprensione

Una percezione velata

Solo una mente pulita è in grado di vedere il mondo così com'è. Nel frattempo, viviamo angus­ta­mente, tra pareti su cui abbiamo dipinto quello che crediamo essere il mondo. Anche quando un saggio ci insegna un concetto fonda­men­tale, non riusciamo a percepirlo così com'è. Nella migliore delle ipotesi, lo utiliz­ziamo per aggiungere qualche pennel­lata alla nostra immagine interiore per migliorarla un po'.

Questo dimostra come l'illusione sia un circolo vizioso dal quale è particolarmente difficile uscire.

Alla base dell'illusione si trova la più sottile e la più tenace delle impurità mentali: la credenza in un sé immutabile, ciò che comune­mente chiamiamo ego. Percorrendo il sentiero per la realiz­za­zione interiore, questa credenza errata è l'ultima a crollare. È quindi utopistico cercare di far cadere questo velo finché non sono stati rimossi tutti gli altri. Sarebbe più facile per una persona cieca dalla nascita percepire i colori. Provate ad immagi­nare anche solo per un istante: sarebbe come vedere mental­mente che la mente non esiste!

Ciò che resta concreto per tutti, invece, è l'orgoglio e l'egoismo. Con l'aiuto di una vigilanza consapevole, possiamo già compiere un grande lavoro di pulizia su queste due dispo­si­zioni mentali dannose.

L'abate Pierre ha detto:
Quando ci si indigna, ci si dovrebbe chiedere se ce lo si può permettere.

Ciò che non esiste

Non potete nemmeno immaginare quanti brutti scherzi la vostra mente è in grado di giocarvi. Come accennato in prece­denza, tutto ciò che perce­piamo con i nostri sei sensi viene falsato, distorto o alterato, dalle nostre illu­sioni. Questo è il motivo per cui coloro che riescono a rimuovere alcuni veli spesso dicono:

  • Il mondo è un manicomio, ciò in cui la gente investe non ha alcun senso!

E, cosa ancora più assurda, percepiamo ciò che non esiste! Non sto parlando dell'assenza di un sé, troppo sottile e difficile da accertare, ma di qualcosa di molto più grossolano e facile da compren­dere. Purtroppo, rimuovere un tale velo non ci farà assimi­lare più di tanto. Per quanto possiamo saperne a proposito, non ci mette­remo molto a ricas­carci. Come per tutto, è a forza di coltivare una visione consa­pevole che finiremo per non esserne più ingannati. Vi starete chiedendo: “Beh, ma di che cosa si tratta?”

Ciò che non esiste, ma a cui diamo la massima impor­tanza, sono tutti i principi di iden­ti­fi­cazione: le nazioni, i sistemi religiosi, i partiti politici, le imprese, le marche, e tanti altri.

Nazionalismo e denaro

Il nazionalismo

Prendiamo per esempio la nazione italiana (se siete di un'altra nazionalità, fate la sostituzione). Come per ogni principio di identificazione, chiedetevi:

  • Qual è la sua essenza? Come e da cosa si forma?

Perché gli uccelli tedeschi non si fermano al confine? Hanno tutti documenti in regola? Un italiano ha l'elica del suo DNA colorata in verde bianco rosso? È una legge naturale che attribuisce la nostra nazio­nalità alla nascita?

Perché sentirsi toccati quando si sente parlare dell'Italia, anche per qualcosa di cui non ci si è mai interes­sati? Cos'è questo velo verde, bianco e rosso che ci fa credere che l'Italia sia un programma maste­rizzato nella nostra mente e protetto da scrittura? Che cos'ha di diverso questa parte del continente dalle altre? Perché sentirsi così coinvolti e così felici quando “l'Italia” vince una partita di calcio? Soprat­tutto quando molti giocatori de “la squadra d'Italia” hanno origini lontane!

Se siete fieri(e) del vostro paese, chiedetevi il perché. Siete nati(e) prima di lui, lo avete modellato con le vostre mani? E di cosa stiamo parlando? Di edifici? Di inven­zioni? Di cultura? E di quale area geografica si tratta? Niente è più immagi­nario di una carta geografica del mondo, che peraltro cambia in continuazione!

Oltre al desiderio e al rigetto, anche l'illusione predispone al conflitto, special­mente attraverso il naziona­lismo. Aderire a questo concetto total­mente virtuale di nazione ci fa preferire alcune decine di milioni di persone, che non conos­ciamo, compresi Eva e Adamo. Il che, di conseguenza, genera una certa avversione verso il resto del mondo. È per questo motivo che i soldati sparano a perfetti sconos­ciuti con i quali avrebbero potuto diventare migliori amici.

Altre identificazioni virtuali

Quando si parla dello yogurt Nestlé, si tratta di un'invenzione esclusiva di quella marca? “Nestlé” è il nome della molecola che costituisce la materia di questo prodotto? Serve princi­pal­mente il latte per fare lo yogurt, giusto? Quindi questo significa che le mucche che lo producono sono state create artifi­cial­mente nelle fabbriche Nestlé?

Come tutti sappiamo, l'industria della pubblicità sfrutta pesan­te­mente la nostra propen­sione all'illusione. Il nostro condi­zio­na­mento mentale è così potente che conoscere tutte le astuzie di chi opera nel settore della pubbli­cità non è suffi­ciente. Più e più volte, ci faremo ingannare.

Constatazione personale

In Birmania, in un negozio di informatica c'era un espositore con tre mouse di marche diverse: Sony, Samsung e Apple. Il loro prezzo era lo stesso (circa 3€), il loro design era perfet­ta­mente identico, gli imballaggi esatta­mente gli stessi. Solo i loghi cambiavano.

Tra le cose che non esistono, ma alle quali inventiamo un'esistenza, il denaro è senza dubbio l'esempio più eclatante (lo storico Yuval Noah Harari tratta molto bene l'argo­mento). Si parla di denaro virtuale quando si ha a che fare con le transa­zioni digitali. Ma una banconota lo è altret­tanto. Che cosa ha di più del valore che gli esseri umani vogliono attri­buirgli? Se un Raffaello (banconota da 500.000 Lire) permet­teva di acquistare una bella macchina foto­grafica, oggi non potrebbe nemmeno pagare una caramella. Se il sistema bancario dovesse crollare, una banconota da 500 euro varrebbe quanto una banconota del Monopoli.

Spesso legata al denaro, l'illusione che noi chiamiamo “possesso” è all'origine di molte sofferenze. Come per il denaro, anch'essa ha le sue radici nel desiderio.

Detto dei nativi americani
La Terra non appartiene agli Uomini; sono gli Uomini che appartengono alla Terra.

Se qualcuno sostenesse che il concetto di possesso è solo un'illusione e che per tale motivo ormai da tempo non ne tiene più conto, tutti lo prende­reb­bero per un pazzo. Eppure avrebbe assolu­ta­mente ragione (sono pazzo ad affermarlo?). Se tutti comin­ciassero a pensare come questa persona, l'umanità vivrebbe in piena armonia con la natura e scompa­ri­rebbero comple­tamente la fame, la povertà, ogni forma di schiavitù e la stragrande maggio­ranza dei conflitti. Anche in questo caso sono un utopista, ma è solo per mostrarvi quanta miseria esaspe­rante può essere creata a causa di una semplice illusione.

La realtà prima di tutto

Il rinunciante non si interessa a ciò che non esiste. Investe il proprio tempo e le proprie energie nella medita­zione profonda e nella vigilanza nel momento presente; è l'unico modo per liberarsi da ogni forma di cecità.

Il pericolo delle religioni, così come sono praticate al giorno d'oggi, è la forte tendenza a rivolgersi agli aspetti più astratti, a cose che non esistono. Tuttavia, la realtà è acces­sibile a tutti e in ogni momento. Troppo noioso, troppo banale, troppo insignificante? A prima vista, forse, ma con un po' di pratica la visione si amplia velo­ce­mente. Niente è più confortante, interessante e meraviglioso che sollevare uno ad uno i veli dell'illu­sione che alimentano la nostra miseria interiore.

Leggere anche:
Le credenze
Adagio ebraico
Non vediamo le cose per come sono, vediamo le cose per come siamo.

Quale antidoto ai 3 veleni?

Meditazione

La meditazione è l'unico mezzo per eliminare i veleni mentali, perché consiste in un'indagine diretta di ogni stato mentale e, di fatto, nello sviluppo di una profonda compren­sione della sua causa. Qualsiasi altro mezzo sarebbe super­fi­ciale o addi­rittura basato sull'illu­sione, e quindi inefficace. L'altro grande vantaggio della medita­zione è che molto prima di arrivare all'estir­pa­zione della triplice radice di tutte le soffe­renze, indirizza la mente verso i suoi bene­fici inversi.

Radici dei veleni Inversi
desiderio distacco
rigetto accettazione
illusione discernimento

È inoltre incoraggiante sapere che quando si è in sintonia con il momento presente, si è al di fuori dei tre veleni. In effetti, essi possono apparire solo quando si perde l'attenzione.

Piena consapevolezza

Se la vostra mente non è ancora sufficiente­mente immobile per entrare in uno stato di meditazione profonda, potete comunque ini­ziare a sottrarvi al grande peso delle emozioni allenandovi, ogni volta che è possibile, ad essere consa­pevoli di quelle emozioni e di quei pensieri tutte le volte che uno di questi emerge e ad osservarli con attenzione. Nel farlo, cercate di non pensare, giudicare o reagire in alcun modo. Altrimenti, invece di essere estirpato, il veleno si diffonderebbe ancora di più.

Khyentse Rinpoche ha detto:
Non appena compare un pensiero, prendete atto della sua natura di vacuità. Perderà immedia­ta­mente il potere di far sorgere il pensiero successivo, e la catena dell'illusione avrà fine.

Positività

Un altro modo per contrastare i veleni e la devasta­zione che ne consegue è sviluppare i loro inversi. Non avete scuse per non farlo, perché chiunque è in grado di riuscirci. In ogni caso è facile provarci e i risultati vi daranno una gioia e una chiarezza inimma­gi­nabili.

Si tratta di abituarsi a coltivare qualità sane che, natural­mente, origi­ne­ranno sempre meno cause per alimentare i loro inversi: gli stati malsani.

Ecco alcuni di questi veleni (colonna centrale) e i loro inversi da coltivare (colonna di sinistra), da non confondere con i loro opposti (colonna di destra).

La cosa interes­sante da notare è che ogni inverso positivo annulla non solo il veleno, ma anche l'opposto del veleno in questione.

Inversi (positivi) Veleni Opposti
lasciar andare avidità avversione
benevolenza avversione avidità
gioia per la felicità degli altri gelosia crudeltà
compassione crudeltà gelosia
umiltà fierezza vergogna
equanimità eccitazione paura
contentezza collera godimento

Come potete immaginare, essere immersi in una vita fitta di impegni non costituisce il quadro più propizio per coltivare le qualità della mente. Tuttavia, eserci­tarsi un po', ogni tanto, farà già una differenza significativa. Non dovreste mai tralasciare nessuna opportunità.

Suggerimenti

Esiste un metodo semplice, ma molto efficace, per ridurre la collera. Implica un minimo di accettazione e di umiltà. Se il compor­ta­mento di una persona vi irrita, provate a dire a voi stessi una o più delle seguenti cose…

  • Non è realmente consapevole di quello che sta facendo, altrimenti non lo farebbe.
  • Ho fatto anch'io lo stesso in passato; sto solo pagando un debito. Prima lo accetto, prima lo estinguerò.
  • È un gioco. Più mantengo la calma, più vinco (contro il mio ego).
  • La mia collera non farà che peggiorare la situa­zione (per lui come per me).
  • La mia benevolenza sarà un'arma poten­tissima contro la sua mancanza di rispetto.

Se siete alla ricerca di modi radicali per placare i vostri desideri, ecco alcuni metodi, come le pratiche di repul­sione applicate da alcuni monaci buddisti…

Le anime sensibili si astengano!

La vostra meditazione è disturbata dall'im­magine di quella bellis­sima ragazza che sognate di baciare? Immaginate di essere una minuscola pulce che si posa su un angolo della sua bocca. Ciò che i vostri minuscoli occhi distin­guono è una super­fi­cie lacerata, con piccole fessure dalle quali escono sostanze appic­cicose dall'odore abomi­nevole, e la super­fi­cie, come le cavità, brulicano di spaventosi piccoli acari pelosi, che agitano le loro zampe, scavano tunnel nella pelle e lasciano sul posto i loro escrementi.

Da questo punto di vista, la tenta­zione per la boccuccia della principessa è finita!

Ora è la gola che sta attaccando la vostra equani­mità? Se ci si impone un divieto, si rischia di raccogliere solo frustra­zione, e ulte­riore avidità. Per smettere di essere osses­sio­nati(e) dal vostro cibo prefe­rito, non c'è niente di più facile: ancora una volta, basta vedere le cose come real­mente sono, seguendo 5 passi. Fermatevi quando ha fun­zionato. Altri­menti, passate al successivo.

  1. Immaginatelo insipido, senza zucchero o senza sale, a seconda del caso (il vostro Groviera è solo un pezzo di plastica, il vostro gelato è solo un cubetto di ghiaccio, la vostra mousse al cioccolato è solo una gelatina amara, la vostra crema di castagne è solo una purea farinosa).
  2. Immaginatelo masticato e mescolato alla vostra saliva. Il suo aspetto non è più lo stesso della vetrina della pasticceria, non è vero?
  3. Immaginatelo sputato, poco prima di essere ingoiato.
  4. Immaginatelo nello stomaco, durante il processo di digestione.
  5. Immaginatelo ammassato, in attesa, in fondo al vostro intestino.

Mi dispiace concludere questo articolo con una nota così sgradevole, ma di fronte ai veleni mentali, è meglio non usare troppi giri di parole!

Non c'è dubbio: continueremo ad essere completamente dipendenti dai veleni (desiderio, illusione e persino rigetto!), fino a quando non capiremo che sono questi veleni che meritano il nostro disgusto.