Come sviluppare la saggezza?
Questa è una materia che non viene insegnata a scuola, eppure è molto più importante di qualsiasi altra! Inoltre, qualunque cosa facciamo, siamo sicuri di potercene avvalere, soprattutto se non facciamo nulla!
Questi sono gli aspetti sui quali vi propongo di riflettere un po'…
- Immergersi nel banale
- Accettazione
- Umiltà
- Ridurre gli attaccamenti
- Coltivare le buone terre
- Equanimità
- Solitudine
- Essere come un bambino
- Ampliare la visione
- Gratitudine
Immergersi nel banale
Conosci te stesso!
La ricerca della saggezza richiede di tener conto di molte cose. Tuttavia, se si dovesse scegliere una sola raccomandazione:
- Osservare il comportamento della propria mente.
È irragionevole voler conoscere ciò che ci circonda prima di conoscere se stessi. Ma questo è più o meno ciò che fanno tutti. Peccato, perché la mente supera ogni cosa; è oltre il tempo e lo spazio. Comunque, prendiamoci una pausa dalla filosofia e immergiamoci nel cuore del concreto…
“Osservare la mente” è solo un modo di dire, poiché la mente è invisibile; non è una cosa che si può percepire. Quando si “osserva la mente”, ciò che si vede in realtà è ciò che la mente sperimenta e le sue successive reazioni.
Una grande ricchezza: le difficoltà
Quando si sperimenta un assorbimento profondo, la mente non ha praticamente più nulla da percepire, e di conseguenza più nulla da osservare. Per evitare temporaneamente ogni forma di disagio e di insoddisfazione, è l'ideale. Ma per coltivare la saggezza, è inutile. Per realizzarsi interiormente, tanto più confronto c'è, meglio è. Scappare dalle difficoltà equivale ad accumularle e a rimandarle a più tardi.
Abituiamoci quindi a vedere le difficoltà come delle grandi opportunità. Può diventare come un gioco, che diventa coinvolgente quando compaiono attacchi da tutte le parti. Così, dopo aver riscontrato un problema, potreste ritrovarvi ad esclamare:
- Yuuu, ecco finalmente qualcosa di interessante!
Difficoltà o meno, chi aspira alla saggezza non esita mai a penetrare la realtà; egli esamina con pazienza e curiosità l'esperienza vissuta, scrutando ogni sua minima reazione, positiva o negativa che sia.
L'autentica saggezza non si nasconde in esperienze straordinarie, come visioni del futuro, luci beatificanti o contatti telepatici. Al contrario, si costruisce a partire dagli elementi più ordinari della vostra quotidianità, sempre gli stessi, ancora e ancora, ma in modo sempre più approfondito. Ricordate la metafora della scala senza sorprese.
Amare la banalità
Se parole come banale, quotidiano o ordinario richiamano alla vostra mente la noia, è unicamente perché ne avete un'idea sbagliata. Si può anche temere la noia, eppure la noia non esiste. Cominciando ad esaminarla a fondo, scoprirete di non riuscire a trovare niente che possa essere considerato noioso.
Nel “banale”, il meditatore vede, al contrario, solo cose positive: stabilità, semplicità, regolarità, chiarezza, riposo…
Alcune zanzare sono rinchiuse in un contenitore trasparente, chiuso all'estremità superiore con un disco. Tenendosi a distanza dal vinile opaco, continuano a sbattere contro le pareti del contenitore, eccitate dallo spazio esterno che le attrae.
Una zanzara più sagace comincia ad esaminare il disco. Finisce per esaminarlo così a fondo che proprio davanti a sé trova il piccolo buco centrale, che la rende libera.
La saggezza cresce con la risoluzione dei problemi, delle difficoltà. E per sapere su quali difficoltà lavorare, l'imbarazzo della scelta - in senso proprio - non è necessario. Basta prendere le prime che ci si presentano. Proprio come per un sentiero bloccato da tronchi e da rami. Ci si preoccupa di ciò che abbiamo davanti, non di ciò che si trova a chilometri di distanza e di cui non si è nemmeno sicuri!
- essere vittima di una mancanza di rispetto
- eliminare un'abitudine malsana
- resistere a un attaccamento
- confrontarsi con cose spiacevoli
Via di fuga
Quando manca la saggezza, la mente tende, in caso di difficoltà, a precipitarsi verso la prima via di fuga in vista. Invece, la via di fuga più vantaggiosa è penetrare così a fondo la difficoltà che non la si vede nemmeno più!
Quando la Luna è perfettamente piena, non la si vede più. Infatti, la Terra le fa ombra; è l'eclissi lunare.
Accettazione
La prima cosa da sapere e da ricordare, per un'agevole pratica di accettazione, è che:
Tutto ciò che ci accade, fino all'ultimo dettaglio, è esattamente ciò su cui dobbiamo lavorare.
Quanto più accettiamo una difficoltà, tanto minore sarà l'impatto che avrà su di noi; quindi, finirà per non rappresentare più una difficoltà. Per realizzarci è quindi importante accettarsi per come siamo, con tutte le nostre debolezze e tutti i nostri difetti, anche e soprattutto quelli che siamo abituati a mascherare.
La saggezza richiede inevitabilmente il pieno riconoscimento dei propri difetti. Perché aspettare? L'inizio non è molto piacevole, ma non dura a lungo e rapidamente si sperimenta un grande appagamento. È esattamente come entrare in acqua: in un primo momento è un po' fredda, ma alla fine diventa molto piacevole.
L'accettazione funziona come la scultura. Ossia, non si può affrontare una nuova difficoltà tutta in una volta.
Lo scultore inizia a lavorare con un grande scalpello, poi impiega progressivamente strumenti sempre più precisi, fino a rifinire ogni più piccolo dettaglio.
Essere saggi significa essere ragionevoli. Si rimane ragionevoli nei propri desideri, ma anche nelle proprie contestazioni. Ossia si coltiva l'equilibrio tra il credere in ogni cosa, senza discernimento, e il barricarsi dietro uno scetticismo di ferro.
Nel corso della pratica, l'accettazione è inizialmente goffa, ma a forza di applicarla ogni volta che una difficoltà analoga si ripresenta, diventa più profonda, più sottile. La cosa meravigliosa è che ciò su cui ognuno deve lavorare continuerà a ripresentarsi fino a quando non sarà completamente risolto.
Sapendo che la situazione di ognuno corrisponde perfettamente a quello di cui si ha bisogno per il proprio sviluppo spirituale (anche se per molti sembra più o meno stagnante), è del tutto inutile essere gelosi degli altri.
Per consentire questa progressione, la mente deve essere il più rilassata possibile. Con la minima tensione, l'accettazione rimane incompleta.
Quando l'accettazione raggiunge la piena maturità, comprendiamo che ogni cosa è perfettamente al suo posto. Ecco perché è inutile cercare di cambiare continuamente le cose. Se lo facessimo, otterremmo solo frustrazioni. L'accettazione è la via della felicità!
Umiltà
L'umiltà è una forma di accettazione. È un vero e proprio pilastro della saggezza. Ed è più che comprensibile quando si sa che l'umiltà è assenza di ego, e che l'ego è il principale ostacolo alla saggezza.
L'umiltà è una forza delicata che mette in luce ciò che va corretto, mentre l'orgoglio è una forza deformatrice che ci fa vedere il grossolano come fosse raffinato.
Perché sì, l'umiltà riconosce le cose come sono. Non cerca mai di nascondere, trasformare o abbellire nulla. Senza umiltà si devia dalla verità, condannandosi così a vagare nell'illusione.
Ridurre gli attaccamenti
In che modo lavorare?
Come suggerisce il termine, gli attaccamenti impediscono alla saggezza di prendere il volo, proprio come una mongolfiera attaccata ai suoi ormeggi.
Ecco perché è così importante lavorare sui propri attaccamenti. In che modo procedere? Non si forza, altrimenti ne conseguirebbe mancanza e frustrazione. Non si è troppo permissivi, altrimenti ci si arena. L'unico modo per ridurre i propri attaccamenti è conoscerli, riconoscerli, ancora e ancora.
Ogni volta che sorge un desiderio, cerchiamo di esserne pienamente consapevoli, di discernerlo con attenzione, di scoprirne gli svantaggi. Ci si abitua così ad astenersi poco a poco da tutto ciò che è sfavorevole, quindi futile. E Dio sa quanto le nostre vite siano piene zeppe di futilità!
Non dimentichiamo che il desiderio ci rende insoddisfatti, oltre che ciechi. Questo è il motivo per cui la saggezza è l'opposto dell'attaccamento.
Il trucco sta nel saper cedere se il desiderio è troppo forte e non cedere quando non è così forte. È tutta una questione di equilibrio, di trovare il giusto compromesso.
Sollievo
Le convinzioni sono un serio ostacolo alla saggezza. L'ideale è riuscire ad abbandonare tutte le proprie credenze. Non c'è nulla in cui credere, solamente tutto da vedere, da capire da sé, grazie alla vigilanza, all'osservazione diretta e a profonde prese di coscienza.
Se la rinuncia spesso spaventa, è solo perché viene fraintesa. Si rinuncia solo a ciò che è causa di sofferenza. La rinuncia è un sollievo. Si lascia andare tutto ciò che ci crea infelicità. La rinuncia non è nient'altro.
Il vero problema è confondere i nostri attaccamenti con la nostra felicità. Confondiamo l'origine delle nostre insoddisfazioni con quella delle nostre soddisfazioni. Ecco perché è importante meditare regolarmente per sviluppare una buona capacità di discernimento.
Minimalismo
Chi è dotato di una grande maturità spirituale rinuncia alla maggior parte di ciò che fanno gli esseri ordinari. Ha, ovviamente, una virtù impeccabile. Inoltre, non guida, perché questo non è compatibile con la semplicità e il minimalismo del suo modo di vivere. Occorre precisare che non fuma?
Non gioca. Giocando, ci si distrae, si perde o si vince. Quando si perde, si sviluppa irritazione, frustrazione. Quando si vince, si sviluppa eccitazione, avidità, orgoglio. Anche se le perdite e i guadagni sono fittizi, le emozioni - questi stati malsani - sono reali.
Se ho capito bene, un saggio è una statua!
Esatto! È una statua, ma invece di essere fatta di pietra o di bronzo, è fatta di felicità e di pace.
Quando si è ben distaccati, ci si accontenta del minimo indispensabile, non si spreca nulla. Il saggio è per definizione tutto ciò che c'è di più ecologico. Grazie alla sua quiete interiore, la sua vigilanza è ben consolidata. Di conseguenza, la sua attenzione si diffonde ovunque, rendendolo pienamente ricettivo al suo ambiente.
In pezzi distaccati
Quando si comincia a vedere il mondo in pezzi distaccati, le passioni crollano, e tutto diventa emozionante da osservare. È il modo migliore per distaccarsi.
Se imparassimo a percepire le cose distintamente, non avremmo attaccamenti. La mente si attacca perché fa delle associazioni. Rifletteteci a fondo quando siete tormentati(e) a causa dei vostri attaccamenti.
Diventare saggio significa quindi rinunciare, abbandonare, decostruire, lasciare andare, disattivare, disinvestire.
Coltivare le buone terre
Coltivare la saggezza non significa accontentarsi di essere un po' più maturi della media, ma significa saper confrontarsi con i propri più piccoli difetti in ogni momento. Coltivare la saggezza significa inoltre saper cogliere ogni più piccola opportunità, ovunque esse si trovino.
Non esitiamo quindi ad ascoltare con umiltà i più piccoli, che hanno minore esperienza di sé. C'è sempre qualcosa che loro sanno e che noi non sappiamo. Anche se non dicono niente di interessante, si impara anche solo osservandoli.
In passato, gli anziani erano considerati portatori di saggezza. Il loro ruolo era dunque importante nella società. Al giorno d'oggi invece sono spesso considerati come apparecchi fuori servizio diventati ingombranti. Così li si lascia marcire in istituti troppo spesso malfunzionanti, in modo da non avere ostacoli nell'inseguire i piaceri.
La lunga esperienza di vita dei nostri anziani è tuttavia una preziosa ricchezza che chiede solo di essere interpellata. Coloro che hanno conosciuto molteplici epoche meritano orecchie attente.
Saper ascoltare attentamente gli altri, indipendentemente dalla loro età, esperienza e conoscenza, è il miglior mezzo sociale per coltivare la saggezza. In questo modo è possibile beneficiare di ciò che ci vuole una vita intera per capire e di informazioni utili al benessere di tutti.
La saggezza si nasconde ovunque. Sta a voi saper tenere gli occhi aperti!
Equanimità
Cerchiamo di essere come una montagna, che riceve il sole, i venti, la pioggia, la neve e i progressi degli uomini, senza battere ciglio.
Wikipedia offre una notevole spiegazione dell'equanimità:
Con l'equanimità, ogni istante è perfetto, il nostro cuore si apre a ciò che è piacevole, così come a ciò che è spiacevole. Siamo tolleranti verso ciò che è sgradevole. Con la pratica, l'equanimità si sviluppa e diventiamo capaci di lasciare andare, di accettare e di vedere le cose come sono realmente. La saggezza e la comprensione emergono naturalmente.
Sii semplicemente vigile e lascia che le cose seguano naturalmente il proprio corso. Allora la tua mente diventerà chiara come uno stagno nella foresta.
Solitudine
Non si tratta necessariamente della solitudine fisica, che consiste nell'isolarsi da tutto e da tutti. Stiamo parlando di una solitudine interiore: non si fa più affidamento su nessuno, se non su se stessi. Quindi, non si chiede nulla e non ci si aspetta nulla. Tenendo conto, tuttavia, che i fabbisogni primari del saggio finiscono sempre per essere soddisfatti, anche se egli non se ne preoccupa.
Più di ogni altra cosa, il saggio rimane mentalmente indipendente. Non cerca mai il riconoscimento degli altri. Il riconoscimento se lo dà da sé. È autosufficiente.
Qualunque cosa si pensi di lui, non gli importa. Perché? Perché sa che si tratta solo di pensieri soggettivi, e che l'ego non esiste. Coloro che si arrabbiano sono coloro che credono e si attaccano all'esistenza del loro io.
Cercare compagnia è voler rafforzare il proprio io. In effetti, questo equivale ad esistere attraverso lo sguardo degli altri.
Quindi solitudine significa saper liberarsi dallo sguardo degli altri. Per questo il saggio può rimanere allegro anche se tutti lo denigrano. Naturalmente, è molto tollerante.
Il saggio agisce secondo ciò che sa essere appropriato e non per conformità. Non è una pecora; è padrone di se stesso.
Ogni Uomo ha il profondo dovere di non preoccuparsi di ciò che non dipende da lui, ossia dei beni materiali, degli onori, dell'opinione altrui, ma per contro deve essere perfettamente padrone delle proprie emozioni, pareri, opinioni e giudizi, la sola cosa di cui ha il controllo totale.
Essere come un bambino
Non si tratta di giocare con le bambole o di far esplodere dei petardi. L'idea è quella di mantenere, se non di ritornare, alle abitudini infantili, quelle sane, virtuose e favorevoli al discernimento, ma purtroppo minate con l'ingresso nel mondo adulto da numerose abitudini mentali che non lasciano molto spazio allo sviluppo spirituale.
Per rendere lo sviluppo della saggezza un gioco da ragazzi, siate come un bambino! Un bambino…
- (Si) pone delle domande per comprendere il mondo, come funzionano le cose.
- Non si preoccupa per il giorno dopo, vive alla giornata.
- È educato (evita la volgarità), tiene un profilo basso.
- Ignora tutto ciò che riguarda il sesso.
- Non beve alcolici.
- Detesta il fumo.
- Non è interessato al denaro.
- Non investe in progetti complessi.
- Non esce la sera.
- Va a letto presto.
- Non dà importanza al proprio abbigliamento.
Evitate tuttavia i difetti tipici dei bambini: forti attaccamenti, ricerca costante di distrazioni, ignoranza, incoscienza del pericolo, ecc.
Ampliare la visione
Per ampliare la propria visione, bisogna prima smettere di disperderla. Se guardate ovunque nello stesso momento, la vostra osservazione perderà di forza. Al contrario, se focalizzate la vostra visione, sarete in grado di penetrare in dettaglio ciò che osservate. Una volta che l'oggetto della vostra attenzione è ben definito da un'angolazione, potrete prendere in considerazione di penetrarlo da nuove angolazioni. Così, a poco a poco, la vostra visione si amplierà.
In ogni caso, il cervello non è in grado di elaborare più di una cosa alla volta. Fare più cose contemporaneamente è solo un'illusione. In realtà, quando si guida e nel contempo si chiacchiera e si leggono messaggi, il cervello oscilla da un'attività all'altra. In un dato momento, può essere presente solo a una cosa. È come uno schermo che può visualizzare una sola immagine alla volta.
Passare frequentemente da un'attività all'altra non solo è estenuante, ma rende superficiale l'attenzione su ciascuna di esse. Più la mente limita le attività, più il cervello rimane fresco, più l'attenzione è penetrante, più la visione può ampliarsi. E di conseguenza, meglio la saggezza può fiorire.
Una visione ampia permette di comprendere il pericolo che si annida in ogni desiderio e, quindi, di distaccarsene con naturalezza.
Nella società odierna, dove al consumo viene data più importanza che a qualunque altra cosa, tutto contribuisce a farci credere che manchi sempre qualcosa. Una mente saggia, al contrario, tenderebbe piuttosto a credere che ci sia sempre qualcosa di troppo.
Effettivamente, se proviamo continuamente un senso di insoddisfazione, è proprio perché facciamo sempre qualcosa di troppo. Se riduciamo al minimo i nostri consumi e i nostri piaceri, diventa molto più facile evitare i problemi. Lo stato che più si avvicina alla felicità è quando la mente è perfettamente immobile, assorbita in se stessa, fuori dalla portata dei sensi (grazie alla meditazione profonda).
La saggezza è l'unico modo per liberarsi dalla prigione del mondo… Ma bisogna anche volersene liberare!
La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.
Gratitudine
Cugina della benevolenza e della contentezza, la gratitudine è una disposizione magica della mente. Avvolge di benessere le situazioni più difficili. È saggezza in sé e, per giunta, accessibile immediatamente e a chiunque. Da sviluppare senza moderazione!
Allenandoci nella gratitudine, passiamo dall'essere delusi all'essere benedetti.
Non siete abituati a provare gratitudine? È così semplice ed è una pura felicità. Qualsiasi cosa vi accada, anche una serie di sventure, c'è sempre un dettaglio positivo. Dovete solo concentrarvi su di esso. Sappiate anche che il primo beneficiario della gratitudine sarete voi stessi! Inoltre, è incredibilmente apprezzata. E può anche essere contagiosa.
Il mondo è solo un riflesso della mente. Diventate meravigliosi e il mondo sarà meraviglioso. Quanto più vi concentrerete sulle cose buone che vi accadono e più sarete felici.
Il riconoscimento di tutto il buono che c’è nella vostra vita è l’inizio di ogni abbondanza.
Come avrete capito, la gratitudine è il modo migliore per vedere il lato positivo delle cose, ma anche per irradiare benessere, anche - o meglio, soprattutto - con poco. Senza gratitudine, invece, si può cadere nella trappola, purtroppo molto frequente, dell'ingratitudine. È quindi, al contrario, il modo migliore per vedere il lato negativo delle cose, ma anche per moltiplicare il malessere.
Per riempirsi di gratitudine, è inutile andare a gridare ai quattro venti la propria riconoscenza. Essere consapevoli di essere fortunati a beneficiare di ciò che si ha è sufficiente. In seguito, più spesso ne saremo consapevoli, più grande e naturale diventerà la gratitudine.
La gratitudine non è destinata solo alle persone o agli animali, ma anche alle piante, agli oggetti, alle situazioni… Perché sì, la gratitudine è soprattutto apprezzare fino in fondo ciò che è positivo.
In conclusione
Per consentire alla saggezza di svilupparsi, non fuggite dalla vostra quotidianità, considerate le vostre difficoltà come grandi amiche, gettate nella spazzatura i vostri attaccamenti inutili, imparate da tutti, compresi gli ignoranti, siate autosufficienti, tornate ad essere un bambino, limitate le vostre attività all'essenziale, rimanete vigili, concentrati(e) su ciò che è sano e positivo.
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